Quanto può essere forte una tempesta solare?

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Le tempeste solari, spesso associate a spettacolari aurore, rappresentano in realtà una delle maggiori minacce per la tecnologia e la vita nello spazio. Questi fenomeni, quando si intensificano, possono danneggiare i satelliti, interrompere le comunicazioni e influenzare persino l’atmosfera terrestre. Tuttavia, recenti studi suggeriscono che l’impatto delle tempeste solari non si ferma solo nello spazio, ma lascia tracce tangibili anche sulla Terra.

Quanto può essere forte una tempesta solare
foto@pixabay

La connessione tra gli anelli degli alberi e l’attività solare

Un team di ricerca dell’Eberly College of Arts and Sciences, guidato da Amy Hessl, ha scoperto che l’attività solare intensa influisce sulla concentrazione di radiocarbonio nell’atmosfera. Questa sostanza viene assorbita dalle piante e si accumula negli anelli di crescita degli alberi. Gli scienziati hanno utilizzato questa informazione per studiare i cosiddetti “eventi Miyake”, esplosioni di attività solare verificatesi nel passato. Il primo evento noto risale al 774 d.C., seguito da un altro nel 993 d.C., e ulteriori sette eventi sono stati identificati negli ultimi 14.000 anni.

Gli anelli degli alberi, in questo senso, fungono da archivio naturale, registrando le variazioni dell’attività solare e offrendo preziose informazioni per comprendere meglio come queste esplosioni influenzino il nostro pianeta.

I pericoli delle tempeste solari per l’uomo

Sebbene possano sembrare distanti, le tempeste solari possono rappresentare un pericolo concreto per l’uomo, specialmente per chi si trova nello spazio. Durante una violenta tempesta solare, gli astronauti potrebbero essere esposti a livelli di radiazioni equivalenti a quelle che una persona accumula durante un’intera vita sulla Terra. Questo rende fondamentale lo studio dei meccanismi attraverso cui l’attività solare influisce sull’atmosfera e sull’ecosistema terrestre.

Scoperte sulla diversità di risposta degli alberi all’attività solare

Un altro aspetto interessante emerso dalla ricerca è che non tutte le specie di alberi assorbono il radiocarbonio allo stesso modo. Ad esempio, specie come le conifere dello Utah, il cipresso calvo della Carolina del Nord e le querce del Missouri, reagiscono in maniera diversa alle variazioni di radiocarbonio causate dall’attività solare. Questo dato apre nuove prospettive nello studio delle interazioni tra la meteorologia spaziale e gli ecosistemi terrestri.

Prepararsi ai futuri eventi solari estremi

Grazie allo studio degli anelli degli alberi, gli scienziati possono migliorare la comprensione degli effetti della meteorologia spaziale sul nostro pianeta. Queste conoscenze sono fondamentali per prepararci a futuri eventi estremi, che potrebbero mettere a rischio infrastrutture tecnologiche e vite umane. Comprendere l’evoluzione dell’attività solare e i suoi impatti diventa quindi cruciale per garantire la sicurezza della Terra e delle missioni spaziali.

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