Avete mai avuto un sogno così vivido da sentire l’impellente necessità di raccontarlo subito? Magari al partner, a un amico, o persino al primo collega incontrato alla macchinetta del caffè. Ma poi, un dubbio serpeggia: “Era meglio aspettare mezzogiorno?“. Questa credenza popolare, radicata in molte culture, ci pone di fronte a un bivio onirico: i sogni si raccontano prima o dopo mezzogiorno? È una questione di scaramanzia, di saggezza antica, o c’è una base psicologica dietro a questo interrogativo?
![I sogni si raccontano prima o dopo mezzogiorno](https://veb.it/wp-content/uploads/2025/02/I-sogni-si-raccontano-prima-o-dopo-mezzogiorno.webp)
Le Radici di una Credenza Popolare
La superstizione che lega il momento della narrazione dei sogni al loro destino affonda le radici in tempi lontani. Nelle società tradizionali, i sogni erano spesso considerati messaggi provenienti da un altro mondo, premonizioni o visite di spiriti. Raccontare un sogno, quindi, non era un atto banale, ma una sorta di rivelazione che poteva influenzare il corso degli eventi.
L’idea che raccontare un sogno prima di mezzogiorno possa “disperderlo”, “annullarlo” o addirittura trasformarlo in realtà negativa è diffusa in diverse culture. In alcune tradizioni popolari italiane, ad esempio, si crede che i sogni raccontati al mattino presto, quando il sole non è ancora alto, siano più vulnerabili, come se l’energia del giorno non li avesse ancora “sigillati“. Al contrario, raccontare un sogno dopo mezzogiorno, quando il sole è allo zenit e la giornata è nel suo pieno, conferirebbe al racconto una sorta di protezione, rendendolo meno suscettibile a influenze negative.
Non è facile rintracciare un’origine precisa di questa credenza, ma è plausibile che derivi da un mix di pensiero magico, folklore locale e interpretazioni simboliche del tempo. Il mezzogiorno, spartiacque tra la mattina e il pomeriggio, tra l’inizio e la piena attività della giornata, assume un valore simbolico di transizione e di cambiamento. In questo contesto, il sogno, entità fragile e impalpabile, verrebbe influenzato da questa energia di passaggio.
Sogni “del Bene” e Sogni “del Male”: Una Distinzione Popolare
Un elemento interessante di questa superstizione è la distinzione tra sogni “del bene” e sogni “del male”. Secondo alcune interpretazioni popolari, i sogni positivi, quelli che ci lasciano una sensazione di gioia, serenità o speranza, andrebbero raccontati subito, senza indugio, per “fissare” l’energia positiva e favorirne la realizzazione. Al contrario, i sogni negativi, quelli angoscianti, spaventosi o che ci lasciano un senso di malessere, andrebbero taciuti almeno fino a mezzogiorno, per evitare di “attirare” sfortuna o di concretizzare le paure evocate nel sogno.
Questa distinzione riflette una visione dualistica del mondo onirico, dove i sogni non sono solo semplici elaborazioni mentali, ma possono essere portatori di energie positive o negative. Raccontare un sogno, quindi, diventa un atto delicato, che richiede discernimento e attenzione al momento e al tipo di sogno.
La Psicologia dei Sogni: Oltre la Superstizione
Cosa ne pensa la psicologia moderna di questa superstizione? Naturalmente, la scienza non avvalora l’idea che il momento della narrazione di un sogno possa influenzarne il destino. Tuttavia, la psicologia dei sogni ci offre una prospettiva interessante sul significato e sulla funzione del raccontare i sogni.
Secondo Carl Gustav Jung, uno dei padri della psicologia analitica, i sogni sono una manifestazione dell’inconscio, un linguaggio simbolico attraverso il quale la nostra psiche ci comunica messaggi importanti. Raccontare un sogno, in questa ottica, può essere un atto terapeutico, un modo per portare alla coscienza contenuti inconsci, elaborare emozioni, risolvere conflitti interiori e favorire la crescita personale.
Come afferma James Hillman, psicologo junghiano di rilievo, nel suo libro “Il linguaggio del carattere”: “Il sogno è un evento psichico che si presenta per essere compreso, non per essere interpretato, come se fosse un enigma da risolvere.” Raccontare un sogno, quindi, ci invita a riflettere sul suo significato personale, a interrogarci sulle emozioni che suscita, sui simboli che contiene e sul messaggio che potrebbe voler comunicarci.
Il Racconto dei Sogni come Condivisione e Connessione Sociale
Al di là delle superstizioni e delle interpretazioni psicologiche, raccontare i sogni può avere anche una valenza sociale e relazionale. Condividere un sogno con qualcuno di cui ci fidiamo può rafforzare il legame, creare intimità e favorire la comprensione reciproca. Il sogno, in questo senso, diventa un ponte tra mondi interiori, un modo per aprirsi all’altro e condividere una parte profonda e intima di sé.
Inoltre, il racconto dei sogni può essere un catalizzatore di conversazioni interessanti e stimolanti. Ascoltare il sogno di un’altra persona può arricchire la nostra prospettiva, farci riflettere su temi universali e aprire nuove finestre sul mondo onirico e sulla psiche umana.
Allora, Quando Raccontare i Sogni? Consigli Pratici
Tornando alla domanda iniziale: i sogni si raccontano prima o dopo mezzogiorno? Alla luce di quanto abbiamo esplorato, possiamo affermare che non esiste un momento “giusto” in senso assoluto. La superstizione del mezzogiorno è interessante dal punto di vista culturale e folkloristico, ma non ha un fondamento scientifico o psicologico.
Tuttavia, possiamo trarre alcuni consigli pratici per orientarci nella narrazione dei nostri sogni:
- Ascolta il tuo istinto: Se senti l’urgenza di raccontare un sogno subito, fallo. Non reprimere l’impulso, soprattutto se il sogno ti ha particolarmente colpito o emozionato.
- Scegli il momento e la persona giusta: Racconta i tuoi sogni a persone di cui ti fidi e che sono interessate ad ascoltarti. Evita di raccontare sogni complessi o intimi in contesti frettolosi o a persone poco ricettive.
- Concentrati sul significato personale: Piuttosto che preoccuparti del momento in cui racconti il sogno, concentrati sul suo significato per te. Cosa ti ha colpito? Quali emozioni hai provato? Quale messaggio potrebbe contenere per la tua vita?
- Usa il sogno come spunto di riflessione: Il racconto del sogno può essere l’inizio di un dialogo interiore e interpersonale. Usalo come punto di partenza per esplorare i tuoi pensieri, le tue emozioni e le tue relazioni.
In conclusione, la questione se i sogni si raccontano prima o dopo mezzogiorno è più una questione di folklore e superstizione che di regole rigide. La psicologia ci invita a considerare i sogni come messaggi preziosi provenienti dal nostro inconscio, e il racconto come un atto potenzialmente terapeutico e relazionale. Quindi, la prossima volta che ti svegli con un sogno vivido, ascolta il tuo istinto, scegli con cura a chi raccontarlo e, soprattutto, lasciati guidare dalla curiosità di esplorare il tuo mondo onirico, senza farti condizionare troppo dalle credenze popolari. Perché, in fondo, il vero tesoro dei sogni non sta nel momento in cui li raccontiamo, ma nella ricchezza di significati che possono svelare sul nostro mondo interiore.
Psicologia dei sogni – Wikipedia:https://it.wikipedia.org/wiki/Psicologia_dei_sogni
Jung e l’interpretazione dei sogni – Istituto di Scienze Umane e Filosofiche:https://www.isuf-italia.it/jung-e-linterpretazione-dei-sogni/ (Approfondimento su Jung)
L’interpretazione dei sogni secondo Freud – Studenti.it:https://www.studenti.it/interpretazione-dei-sogni-freud-psicanalisi.html (Approfondimento su Freud)