L’opinione sui peli facciali maschili è mutata notevolmente attraverso i secoli e le culture. Simbolo di virilità in alcuni contesti, la barba è stata talvolta vista come poco curata. Recentemente, però, in Occidente si è assistito a una sua rivalutazione come segno distintivo e alla moda. Ciononostante, alcuni ambienti continuano a preferire un viso rasato.
Tradizionalmente, la barba è stata associata a preoccupazioni igieniche. Infatti, la peluria facciale, se non curata adeguatamente, può favorire la proliferazione di batteri e parassiti, potenzialmente veicoli di malattie. Tuttavia, una routine di pulizia e cura appropriata può ridurre significativamente questi rischi.
Motivazioni pratiche hanno anche contribuito alla preferenza per la rasatura, specialmente in ambito militare. Durante la Prima Guerra Mondiale, l’uso di armi chimiche rese necessario l’impiego di maschere antigas. La barba, impedendo una perfetta aderenza della maschera, ne comprometteva l’efficacia. Per questo motivo, molti eserciti imposero la rasatura come norma.
Questa esigenza si è estesa anche all’aviazione, sia militare che civile. Sebbene gli attacchi chimici in volo siano improbabili, la depressurizzazione della cabina richiede l’uso immediato di maschere a ossigeno. Una barba folta potrebbe ostacolare la tenuta stagna della maschera, mettendo a repentaglio la sicurezza.
È cruciale, tuttavia, riconoscere che i canoni estetici e le convenzioni sociali sono in continua evoluzione. Oggi, la barba è sempre più accettata e valorizzata come espressione individuale. L’attenzione alla cura personale e all’igiene, inoltre, consente di minimizzare i potenziali problemi sanitari associati alla peluria facciale.