Ecco la città dove cellulari e Wi-Fi sono vietati

VEB

Un film è stato girato sulla piccola città americana di Green Bank, conosciuta anche come The Quiet Place.

Qui, la tecnologia moderna è vietata e chi non rispetta le regole viene multato. Ma questa restrizione non è dovuta a una gestione cittadina particolarmente severa, bensì a ragioni scientifiche.

Ecco la citta dove cellulari e Wi-Fi sono vietati

Nel 21° secolo, la tecnologia ci ha pervaso tanto che è difficile immaginare la nostra vita senza Wi-Fi, social media, smartwatches e smartphone. Tuttavia, gli abitanti di Green Bank possono solo sognare di utilizzare tali dispositivi.

In questo insediamento, che conta 250 persone, sono vietati i cellulari e il Wi-Fi. Di recente, un documentario intitolato “Small Town Universe” è stato presentato ai festival cinematografici americani. La regista, Katie Dellamaggiore, ha spiegato di aver tratto ispirazione per il film dopo essersi resa conto di essere troppo dipendente dal suo telefono. Ha scoperto Green Bank, nota anche come The Quiet Place, durante una ricerca online. L’isolamento tecnologico dei residenti ha subito catturato la sua attenzione.

Gli abitanti di questa cittadina degli Appalachi non sono connessi tra loro attraverso la tecnologia moderna, ma hanno sviluppato legami più profondi grazie alla ricerca scientifica.

  • ha spiegato Dellamaggiore, aggiungendo che ha voluto svelare i segreti di questa comunità, comprese le voci sui misteri nascosti nelle montagne circostanti. All’ingresso di Green Bank, cartelli avvertono che si sta entrando in una zona tranquilla. Questo insediamento ospita il più grande radiotelescopio controllabile al mondo, gestito dall’Osservatorio Nazionale di Radioastronomia (NRAO) fino al 2016, poi dall’Osservatorio di Green Bank. In questa zona, l’uso di dispositivi elettronici che potrebbero interferire con il radiotelescopio è vietato. La polizia utilizza un dispositivo speciale per verificare il rispetto delle regole, e chi le viola riceve una multa di 50 dollari.

I telescopi si trovano in una valle lunga circa 6,5 chilometri, circondata da montagne alte quasi 1.500 metri, che bloccano i rumori del mondo esterno. L’astronomo Frank Drake introdusse qui nel 1960 la formula di Drake, che stima il numero di civiltà extraterrestri in grado di comunicare nella Via Lattea. I telescopi dell’Osservatorio di Green Bank, fondato nel 1956, hanno giocato un ruolo pionieristico nello sviluppo del SETI (Search for Extra-Terrestrial Intelligence).

L’area nasconde anche altri segreti, come un progetto dell’esercito americano del 1962 per costruire un’antenna radio gigante per intercettare i sovietici, che però fallì. Successivamente, Sugar Grove, un vicino insediamento, divenne un centro di comunicazioni radio della Marina nel 1969. Stephen Kurczy ha scritto un libro intitolato “The Quiet Zone”, scoprendo un sito di intercettazione top secret della NSA con una dozzina di antenne radio.

Molte voci circolano sulla zona tranquilla, come quella di una rete segreta di bunker nucleari sotto il radiotelescopio. Qui si trova un bunker chiamato Greenbrier, costruito per il Congresso degli Stati Uniti in caso di guerra nucleare. Negli anni ’70, hippy e persone alla ricerca di una vita più naturale si trasferirono in quest’area, attratti dalla possibilità di acquistare terreni a buon mercato e vivere in un ambiente incontaminato. Alcuni, preoccupati per le radiazioni elettromagnetiche, si stabilirono qui per evitare l’uso di dispositivi elettronici.

Nel documentario è stata intervistata una residente di Green Bank, Sue, che soffre di ipersensibilità elettromagnetica (EHS). Anche se non riconosciuta scientificamente, questa condizione le provoca dolori e mal di testa. Dopo aver scoperto Green Bank, Sue ha trovato un rifugio lontano dalla tecnologia moderna. Tuttavia, non tutti i residenti condividono il desiderio di mantenere l’area priva di tecnologia; alcuni chiedono l’accesso a più dispositivi tecnologici, creando conflitti tra gli abitanti.

Mentre capisco il desiderio di accedere alla tecnologia moderna, è scoraggiante pensare che una delle ultime zone tranquille possa scomparire. Dobbiamo sforzarci di preservare questo luogo unico sulla terra“, ha concluso Dellamaggiore.

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