Come ben sappiamo, l’umidità atmosferica è la quantità di vapore acqueo contenuto nell’aria e che proviene dall’evaporazione dell’acqua dalla superficie terrestre e dalla traspirazione delle piante.
Certamente l’umidità ha un ruolo importante all’interno del nostro ecosistema, dato che dalla sua condensazione si formano le nubi, la nebbia e hanno origine le precipitazioni, ma è anche molto fastidiosa.
Lo è di notte, quando al buio contribuisce a limitare la visuale, ma in generale perché fa percepire maggiormente il freddo e il caldo. Come è possibile?
L’umidità dell’aria, infatti, interviene nei meccanismi con cui il corpo scambia il calore con l’ambiente.
In particolare, l’umidità va a interferire con il sistema di termoregolazione legato alla traspirazione, per cui la nostra pelle può regolare l’emissione di umidità per aumentare o diminuire il flusso di calore.
Più nello specifico, dato che il vapore acqueo ha una capacità termica maggiore dell’aria secca, quanto più l’aria è carica di umidità tanto maggiore è la sua capacità termica e quindi, a parità di temperatura, se nell’aria c’è umidità ci sembra che faccia più freddo di quanto non dica in realtà il termometro.
In soldoni, con il freddo umido sulla nostra pelle si deposita una sottile patina invisibile di acqua la quale evapora a spese del calore sottratto alla pelle.