Lavoro, il Movimento 5 Stelle ha presentato il programma alla Camera.
La bozza programmatica è stato sottoposto al voto del popolo della Rete, quindi stiamo tutti più tranquilli.
Nel programma, tranquillamente definibile di estrema sinistra, c’è la riduzione a 40 ore del lavoro settimanale previsto, una maggiore partecipazione dei lavoratori alla vita e agli utili aziendali e lo stop ai privilegi sindacali.
Dice la pentastellata Tiziana Ciprini: “Lavorare meno, lavorare bene e lavorare tutti”.
Siccome lo slogan è chiaramente mutuato da quello ben più famoso degli anni 70, bisognava renderlo originale con l’aggiunta di “lavorare bene”.
Non sappiamo se anche quest’ultima aggiunta sia stata sottoposta a giudizio della rete.
Dice Di Maio in proposito: “Siamo di fronte a un cambiamento del mondo del lavoro e delle forme di rappresentanza. Ma il vecchio modello sindacale non è più accettabile. Non rappresenta più i lavoratori, ma i propri privilegi per farsi casta”.
“Mancano investimenti in settori strategici che produrranno i lavori del futuro. Vogliamo eliminare le distorsioni che si sono create in questi anni nel mondo del lavoro”.
Un programma molto di sinistra, a parte la questione dei sindacati.
Dimentica però il buon Di Maio di spiegare come intende “eliminare le distorsioni” e soprattutto con quali risorse.
Qualcuno dovrebbe spiegare ai grillini, populismo a parte, che fra il dire e il fare c’è sempre di mezzo il proverbiale mare.
Scusi signora Gitto, mi spiega che risorse servono per tagliare l’orario lavorativo? Basta vietare di lavorare sempre. Punto. Così forse tagliamo qualche punto percentuale di disoccupazione, anche perchè ormai siamo stabilmente all’11%-12%, almeno per quella misurata.
Poi se, invece di fare ironia, spiegate per bene il programma capiamo anche noi lettori.