La strana Clausola di Diseredazione nel Diritto Italiano

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In Italia, uno degli aspetti più affascinanti e complessi del diritto successorio è il tema della diseredazione. Il nostro ordinamento, caratterizzato da norme che tutelano in modo significativo i diritti degli eredi, rende questa materia particolarmente interessante e, sotto certi aspetti, atipica rispetto ad altri sistemi giuridici.

La strana Clausola di Diseredazione nel Diritto Italiano
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Cos’è la Diseredazione?

La diseredazione consiste nella volontà di un individuo di escludere uno o più eredi dal proprio patrimonio. Sebbene possa sembrare una decisione che un testatore può prendere liberamente, nel diritto italiano la diseredazione è soggetta a numerose limitazioni. In particolare, il Codice Civile prevede la tutela di determinati soggetti, i cosiddetti legittimari (art. 536 c.c.), che non possono essere completamente esclusi dall’eredità.

I Legittimari: Chi Sono e Quali Diritti Hanno?

Nel sistema italiano, i legittimari sono le persone più vicine al defunto, ovvero il coniuge, i figli e, in assenza di figli, gli ascendenti. Questi soggetti, anche se espressamente diseredati, hanno diritto a una quota di eredità detta quota di legittima, garantita loro dalla legge. Tale principio è stabilito dagli articoli 536 e seguenti del Codice Civile, che definiscono il diritto dei legittimari a una porzione del patrimonio del de cuius, indipendentemente dalla volontà del testatore.

Diseredazione: È Davvero Possibile?

Per quanto riguarda i legittimari, la diseredazione risulta sostanzialmente inefficace. Infatti, qualora un testatore decidesse di escludere completamente un figlio o il coniuge, i legittimari avrebbero il diritto di chiedere la reintegrazione della legittima. La giurisprudenza italiana ha chiarito in più occasioni che la volontà di diseredare un legittimario non può privarlo della sua quota di riserva, anche se il testatore esprime chiaramente tale volontà nel testamento.

Come Funziona in Pratica?

Immaginiamo che un padre, nel proprio testamento, decida di diseredare uno dei suoi figli. Alla morte del padre, il figlio diseredato potrebbe comunque rivolgersi al giudice per ottenere la sua quota legittima. Questo avviene perché la quota di legittima è un diritto intangibile, che non può essere eluso dalla semplice volontà del testatore.

Eredità e Clausole di Esclusione: La Disposizione di Diseredazione tra i Non Legittimari

La diseredazione è invece possibile per gli eredi non legittimari, come fratelli, sorelle o altri parenti collaterali. Il testatore può legittimamente decidere di escludere tali soggetti dall’eredità, senza che essi possano rivendicare alcun diritto successorio in virtù della quota di legittima. Questo aspetto rende la diseredazione uno strumento di “selezione” del patrimonio ereditario per il testatore solo nei confronti di persone diverse dai legittimari.

La Rilevanza delle Cause di Indegnità

Un aspetto curioso, legato al concetto di diseredazione, è quello dell’indegnità a succedere. L’art. 463 c.c. elenca una serie di gravi azioni, come l’omicidio del testatore o il tentato omicidio, che possono privare un soggetto della sua capacità di ereditare. In questo caso, si tratta di una esclusione “automatica”, per via di atti giudicati indegni dalla legge, e non di una volontà espressa del testatore. Tuttavia, le cause di indegnità non comportano una vera e propria diseredazione, poiché non sono scelte discrezionali del testatore, ma conseguenze giuridiche derivanti da atti specifici compiuti dall’erede.

Conclusione

La diseredazione, così limitata dalla legge italiana, rappresenta una curiosità del nostro sistema giuridico, in quanto sembra contrastare con l’idea di completa autonomia nella gestione dei propri beni in sede testamentaria. Questa tutela dei legittimari, se da un lato vincola il testatore, dall’altro risponde alla visione del diritto italiano, che valorizza le relazioni familiari e la sicurezza economica degli eredi più vicini al defunto.

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