Intorno ai migranti circolano numerosi luoghi comuni, soprattutto tra i poco tolleranti che si appigliano a tutto pur di screditarli ed invocare una chiusura nei loro confronti.
L’accusa più comune che gli viene rivolta è quella di portare nuove malattie nel nostro continente e di contribuire alla diffusione di altre, Hiv in primis.
Eppure forse è il contrario: più della metà dei migranti che si scopre essere sieropositivo si infetta proprio in Europa.
Secondo i dati raccolti nell’ambito del progetto europeo Amase, circa la metà di chi lascia il proprio Paese d’origine per l’Europa contrae il virus durante o dopo il viaggio. Migranti come soggetti a rischio, dunque, la cui vulnerabilità trova ragione nelle precarie condizioni di vita che si trovano ad affrontare.
Il tasso di infezione va dal 32% al 64% nel Paese che li ospita e ciò è dovuto alle difficili condizioni cui i migranti sono sottoposti durante il viaggio. Il dato aumenta per donne, visto il problema della prostituzione cui spesso sono costrette.