Purtroppo, a causa dell’aria sempre più inquinata da sostante altamente tossiche e nocive, e al diffondersi capillare del vizio del fumo, il carcinoma al polmone è oggi tra i tumori più diffusi, e di certo anche uno di quelli con un tasso di mortalità più elevato.
Una speranza per i malati di cancro al polmone arriva però oggi da un innovativo nanofarmaco (nab-paclitaxel) che aiuterebbe a ridurre questo tipo di tumore del 41% e da un farmaco immuno-oncologico, il nivolumab, che prolunga la vita del paziente in fase di malattia avanzata: due straordinarie scoperte presentate al Congresso europeo sul cancro che si è appena chiuso a Vienna.
L’Italia ricopre un ruolo di primo piano nella ricerca e nella sperimentazione di questi farmaci, perché il prof. Cesare Gridelli, Direttore del Dipartimento di Onco-Ematologia dell’Azienda Ospedaliera ‘Moscati’ di Avellino, è membro dello Steering Committee (cioè del Comitato Scientifico Internazionale) di questo studio.
Il medicinale verrà sperimentato soprattutto in coloro che, fumatori, hanno sviluppato il tumore al polmone (questi soggetti hanno una percentuale di rischio superiore del 14 per cento rispetto ad altri. Percentuale che sale al 20 per cento se si è fumatori incalliti). Il nanofarmaco ha comunque già provato di essere efficace per la riduzione della massa tumorale e potrebbe diventare un ottimo metodo da impiegare prima dell’inizio della chemioterapia, in modo da poter garantire maggiori percentuali di sopravvivenza, soprattutto in caso di forme tumorali più aggressive.