L’allarme è sempre quello, è un monito lanciato ormai da diversi anni per salvaguardare il nostro pianeta, in questo caso il Wwf se ne fa portavoce mettendo al corrente l’opinione pubblica dello scempio generato dall’uomo, attraverso le nuove statistiche e informazioni pubblicate.
Secondo le stime fornite dal Wwf, nel mondo ci sarebbe almeno un terzo del nostro patrimonio naturale, seriamente a rischio.
In primis andrebbero fermate le trivellazioni, ci sono importanti oasi e parchi nazionali, sottoposti ad estrazioni per la ricerca di petrolio, e gas, grazie a delle concessioni che evidentemente hanno qualcosa davvero di anomalo e preoccupante.
Il Parco Nazionale del Virunga nel Congo e una delle più grandi riserve Selous in Tanzania, sono costantemente sottoposte ad estrazioni per la ricerca di minerali e petrolio, siamo almeno al 61% di queste riserve.
Dal Wwf arriva un rapporto chiaro e molto allarmante: “I siti naturali Patrimonio dell’umanità, che coprono meno dell’1% della superficie del pianeta e hanno un valore eccezionale in termini di specie e paesaggi, corrono un rischio crescente di sfruttamento e di danni irreparabili, che a loro volta danneggiano le comunità dipendenti da questi luoghi per la sussistenza”.
Di queste oasi e parchi nazionali fanno parte anche barriere coralline, almeno 70 su quasi 230 e riserve naturalistiche, i portavoce del Wwf proseguono confermando: “Agli europei interessa la propria natura e le leggi europee che la proteggono. Ora è il momento per la Commissione europea di dargli ascolto e mettere a punto un piano di tutela della natura basato su maggiori finanziamenti e una più severa applicazione della legge”.