Ci sono voluti cinque lunghissimi anni per poter ascoltare una sua nuova raccolta di inediti, ma alla fine “Il mestiere della vita” è arrivato in tutti i negozi di dischi e sui play store: Tiziano Ferro è tornato alla grande con la sua ultima fatica che sicuramente non farà rimpiangere ai fans l’attesa.
Nell’album, registrato tra Los Angeles e Milano con la produzione di Michele Canova, la vera forza sono i testi e, naturalmente, la voce.
“Questo disco è un nuovo inizio, mi ricorda i primi due ma con un atteggiamento più aggressivo e anche un po’ di cazzeggio… Ho scritto l’album senza fretta per capire se quello che stavo facendo mi divertiva, sono nati prima i testi. Ho quasi sempre costruito un’idea musicale partendo dal messaggio. Senza pensare che poi avrei fatto un disco”, spiega a Tgcom24.
Ne Il mestiere della vita i tredici brani della tracklist hanno in sé una vena di spontaneità e talvolta di urgenza espressiva che contribuisce a regalare al viaggio emotivo di questo album immediatezza e insieme compiuta maturità, in un connubio ben riuscito.
L’artista ha inoltre parlato, in una intervista a Repubblica, della sua vocazione e del suo sentirsi un mestierante della vita, sempre più avvezzo a raccontarsi al suo pubblico: “Quando abbracci questa condizione definitivamente non ne senti più il peso. Io sono passato dal subirla ad accettarla, e oggi finalmente ad amarla. Sinceramene questo cambio di atteggiamento è determinante per la mia vita e non è poi così doloroso. Trovo molto più complesso filtrare le informazioni, comprimerle, trasfigurarle. Mi sono reso conto che ogni volta che abbatto una barriera o un filtro e mi racconto apertamente, alla fine le risposte che ricevo sono belle, mi torna indietro accoglienza, calore. Quindi, niente mediazioni: verità e basta”.