In tempo di ristrettezze economiche, i governi, e l’Italia non è certo da meno, sono costretti a tagliare quante più voci di spesa possibili, per riuscire a far quadrare i conti: sarebbero tante le spese inutili che si potrebbero tagliare immediatamente, eppure si sceglie sempre di tagliare in quei settori primari, in istruzione e sanità, quelli che invece dovrebbero essere implementati.
Lo scorso agosto il Governo ha deciso di tagliare la spesa per la Sanità pubblica di ulteriori 13 miliardi, come se i tagli devi ultimi anni non avessero inciso abbastanza negativamente, e stavolta va a colpire le prescrizioni di esami che ritiene inutili o superflui.
Sotto la lente le oltre duecento milioni di prestazioni l’anno che vengono erogate dalle strutture pubbliche e private. Risultato: 208 di queste riviste e corrette per fermare gli sprechi. Ad agosto si parlava di 108 esami da “rivedere” ora il numero è salito a 208.
La stretta riguarda anche gli esami di laboratorio: dal colesterolo totale, eseguito come screening “nei soggetti di età superiore ai 40 anni” e in quelli a rischio. Fino ai test allergologici, che potranno essere coperti dal servizio sanitario solo dopo la visita specialistica.
Addio anche alle dentiere: l’erogazione delle stesse sarà garantita solo a persone con un reddito non sufficiente a pagare l’alto costo delle protesi in strutture private.
Tra le altre prescrizioni che potrebbero diventare a pagamento, tra le 208 messe in discussione, ci sono anche gli esami dermatologici, l’estrazione o la ricostruzione di denti e anche l’applicazione di apparecchi ortodontici.