Nessuno conosceva il testamento segreto di Hitler

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Il testamento di Adolf Hitler, un documento controverso e inquietante, fu scoperto e pubblicato a pochi mesi dalla sua morte, avvenuta nell’aprile del 1945. Nel dicembre dello stesso anno, i giornali internazionali rivelarono il contenuto di un testo dettato dallo stesso Führer nel bunker della Cancelleria di Berlino. In esso, Hitler giustificava il suo suicidio, esprimeva il suo odio per il “sionismo internazionale” e proclamava una futura rinascita del nazionalsocialismo dalle rovine della Germania.

Nessuno conosceva il testamento segreto di Hitler
foto@pixabay

Un Reich in Cenere e il Suo Ultimo Messaggio

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, Hitler lasciò un Reich devastato e un’eredità fatta di morte e distruzione. Nel suo testamento, datato 29 aprile 1945, dichiarava che non avrebbe mai lasciato Berlino, scegliendo di morire nella città simbolo del regime nazista. Accompagnato da Eva Braun, che sposò poche ore prima, ordinò che i loro corpi fossero cremati immediatamente per evitare che cadessero nelle mani dei sovietici.

Tra le sue ultime parole, Hitler espresse un’oscura visione di vendetta e rinascita per il movimento nazionalsocialista. “Passeranno i secoli,” scrisse, “e dalle rovine delle nostre città crescerà l’odio contro i responsabili: il sionismo internazionale e i suoi alleati.”


I Documenti Ritrovati: Il Testamento e il Matrimonio

Il testamento, composto da quattro documenti, fu scoperto in una casa di campagna vicino a Tegernsee dal controspionaggio britannico, in collaborazione con l’esercito americano. Tra i firmatari figuravano figure di spicco del regime nazista, tra cui:

  • Josef Goebbels, ministro della Propaganda;
  • Martin Bormann, segretario personale di Hitler;
  • Hans Ebers, vice di Himmler in Cecoslovacchia;
  • Wilhelm Berdgorf, generale dell’esercito.

Oltre al testamento, fu ritrovato anche il contratto di matrimonio tra Hitler ed Eva Braun, firmato poco prima del loro suicidio. Eva, indicata come “Frau Hitler” nel registro, si unì al Führer nella morte per condividere il suo destino.


La Giustificazione del Conflitto e le Accuse al “Sionismo Internazionale”

Nel suo testamento politico, Hitler rifiutò ogni responsabilità per lo scoppio della guerra, accusando invece una presunta cospirazione internazionale guidata dagli ebrei. Dichiarò: “Non è vero che io o la Germania volevamo la guerra del 1939. Questa fu promossa da statisti di origine ebraica.”

Si dipinse come un difensore della pace, affermando di aver cercato di limitare gli armamenti per prevenire conflitti. Tuttavia, queste affermazioni ignoravano i suoi numerosi sforzi per riarmare la Germania, violando il Trattato di Versailles e preparando il paese per la guerra.


L’Ossessione per la Lealtà e il Tradimento

Hitler usò il suo testamento per lanciare un duro attacco contro i generali tedeschi, accusandoli di averlo tradito. Propose un “Codice d’Onore” per i futuri ufficiali tedeschi, che prevedeva la fedeltà al dovere fino alla morte. Nonostante la sua consapevolezza che molti dei suoi uomini fossero ormai stremati e demoralizzati, il Führer li esortò a continuare a combattere fino alla fine.

“Dal sacrificio dei nostri soldati e dalla mia unione con loro fino alla morte,” scrisse, “germoglierà una radiosa rinascita del nazionalsocialismo.”


Una Fine Predestinata: Il Rifiuto di Lasciare Berlino

Malgrado i ripetuti inviti dei suoi collaboratori a fuggire, Hitler si rifiutò di abbandonare Berlino. Il suo pilota personale, Hans Baur, raccontò in un’intervista che il Führer era convinto che qualsiasi tentativo di fuga avrebbe portato solo a un ritardo dell’inevitabile. “Non è nei miei pensieri lasciare la Germania,” affermò Hitler, aggiungendo che “non posso abbandonare la capitale del Reich.”


Il Lascito del Führer: Un’Ossessione di Vendetta e Rinascita

Hitler morì il 30 aprile 1945, lasciando dietro di sé un’eredità di orrore e distruzione. Nel suo testamento, il Führer non mostrò alcun rimorso per le sue azioni, ma si concentrò sul futuro che immaginava per il nazionalsocialismo, una visione che rimase solo nelle sue ultime e deliranti parole.

Questo documento non solo offre uno spaccato degli ultimi pensieri di uno dei dittatori più famigerati della storia, ma rappresenta anche un ammonimento su come il fanatismo e la demagogia possano portare alla distruzione di intere nazioni.

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