La professione di youtuber in Italia ha recentemente ricevuto un importante riconoscimento istituzionale. L’Istat, l’ente nazionale di statistica italiano, ha aggiornato la sua classificazione delle professioni, includendo nuove figure legate al mondo digitale e tecnologico, tra cui gli youtuber, gli influencer e i blogger. Questo aggiornamento segna un passo significativo nell’adeguamento dell’ente alle realtà lavorative contemporanee, riconoscendo ufficialmente queste professioni che sono sempre più popolari e rilevanti nel panorama lavorativo italiano.
Per quanto riguarda la tassazione degli youtuber in Italia, ci sono diverse considerazioni da fare. In primo luogo, è importante distinguere tra attività occasionale e professionale. Un’attività può essere considerata occasionale se le collaborazioni sono di breve durata e non continuative e se il volume d’affari è contenuto. In questo caso, i compensi sono soggetti a una ritenuta d’acconto del 20%. Tuttavia, se il canale Youtube diventa la principale attività, allora è necessario aprire una partita IVA.
L’apertura della partita IVA richiede la scelta di un codice Ateco adeguato, che rappresenta una sfida data la natura specifica della professione di youtuber. Due codici Ateco comunemente utilizzati sono “73.11.02 – Conduzione di campagne pubblicitarie” e “73.12.00 – Attività delle concessionarie pubblicitarie”. Inoltre, è necessario registrarsi alla Camera di Commercio e, se si è un soggetto individuale, pagare i diritti di segreteria e il diritto annuo della camera di commercio.
Un altro aspetto importante è la scelta del regime fiscale più conveniente. Per gli youtuber che non superano i 65.000 euro di ricavi annui, il regime forfettario può essere vantaggioso, con un’imposta sostitutiva del 5% per i primi cinque anni e del 15% in seguito. I vantaggi includono l’assenza di IVA in fattura e l’esonero da alcuni obblighi contabili e fiscali.
Infine, è fondamentale sottolineare che guadagnare attraverso YouTube richiede un pubblico considerevole. La monetizzazione può avvenire attraverso la pubblicità (come tramite Google AdSense), sponsorizzazioni, o la vendita di prodotti e servizi. In ogni caso, per essere redditizie, queste attività richiedono un buon numero di iscritti e visualizzazioni.
In conclusione, la professione di youtuber in Italia è ora riconosciuta ufficialmente e comporta specifiche responsabilità fiscali. È essenziale per gli aspiranti youtuber informarsi adeguatamente e, se necessario, consultare un esperto contabile per gestire correttamente gli aspetti fiscali e legali della loro attività.