Il lavoro nel 2017: i profili più richiesti dal mercato.
Purtroppo la disoccupazione giovanile in Italia continua a salire, e si è portata ai massimi storici dal 2015, cioè al 40,1%.
Colpa soprattutto dell’aumento dei processi di automazione, che sottraggono lavoro agli uomini.
Le aziende tendono a risparmiare sui costi, ovviamente: le macchine, l’informatica, il digitale, alla fine costano di meno delle risorse umane.
Certo, il fenomeno non è risolvibile così, in due parole, e a volte risente di variabili più complesse; tuttavia il nocciolo del problema è questo.
Intanto, un’indagine svolta da Manpower ci racconta che i settori che andranno meglio nel 2017, con relative auspicabili assunzioni, saranno: quello turistico-alberghiero, con l’8% in più; poi quello di agricoltura, caccia, selvicoltura, pesca, con il 5% in più; quindi il commercio all’ingrosso e al dettaglio, col 4% in più.
L’attività manifatturiera non registra aumenti né perdite.
Poi cominciano i dati negativi, col settore finanziario, assicurativo e immobiliare che registra un meno 1%; quindi le costruzioni con un meno 3%; poi elettricità e acqua con un meno 4%; ancora, il settore pubblico e del sociale con meno 6%; idem per trasporti e comunicazioni; per giungere a un meno 15% nel settore minerario ed estrattivo.