Il fenomeno noto come déjà vu si verifica quando una persona percepisce una situazione attuale come se fosse già stata vissuta in precedenza.
Questa espressione, che tradotta dal francese significa “già visto“, fu introdotta per la prima volta nel 1876 da E. Letter Boirac. Caratterizzato dalla breve durata e dalla difficoltà di osservazione esterna, il déjà vu è complesso da analizzare scientificamente e si basa principalmente su resoconti soggettivi.
Déjà Vu e percezioni extrasensoriali
Esiste l’ipotesi che il déjà vu possa essere legato a fenomeni psichici. Ad esempio, una persona potrebbe visitare un luogo per la prima volta e sentirlo stranamente familiare a causa di una presunta visita durante un’esperienza extra-corporea o un viaggio astrale avvenuto in sogno.
Teoria dell’ologramma
Una delle teorie più innovative suggerisce che i ricordi funzionino come ologrammi, permettendo di ricostruire scene tridimensionali da singoli frammenti di memoria. Così, un déjà vu potrebbe scaturire quando un dettaglio sensoriale attuale (come un suono o un odore) corrisponde a un frammento di ricordo, inducendo la mente a ricomporre un’intera scena familiare.
Déjà Vu e funzioni cerebrali
Un’altra teoria riguarda le asimmetrie nel tempo di elaborazione dell’informazione tra gli emisferi cerebrali, con uno che registra i dati più velocemente dell’altro. Successive ricerche hanno proposto che la mente subconscia potrebbe elaborare informazioni più rapidamente rispetto alla mente cosciente.
Le interpretazioni di Sylvia Browne
La medium Sylvia Browne ha associato il déjà vu alla reincarnazione, vedendolo come un segnale che una persona sta seguendo il percorso di vita corretto, precedentemente pianificato prima della nascita.
Nonostante il déjà vu sia un’esperienza comune, con molte teorie che ne cercano di spiegare cause e significati, ad oggi non esiste una spiegazione definitiva per questo misterioso fenomeno.