I furbetti del cartellino dovranno darsi una regolata se non vogliono perdere il posto di lavoro: anche gli statali saranno licenziati se non osservano il decalogo predisposto dal Ministro Madia.
La riforma del pubblico impiego predisposta dal Ministro Madia sta per arrivare nel Consiglio dei ministri per l’approvazione.
Tante le novità che rimetteranno sotto i riflettori il tema dei licenziamenti.
A quanto pare per i trasgressori, furbetti. i lavativi, i ladri e i corrotti, le procedure per applicare le sanzioni saranno velocissime.
E a nulla varranno i cavilli giuridici, i vizi formali, le giustificazioni e i principi del foro: chi sbaglia sarà licenziato.
In quali casi scatterà subito il licenziamento? L’elenco in linea di massima è lo stesso che c’è ancora in vigore.
Fra le cause che determineranno l’immediata perdita del lavoro ci sono anche l’assenza senza giustificazione per più giorni, il rifiuto del trasferimento e la presentazione di documentazione falsa esibita per ottenere il posto.
Il licenziamento per scarso rendimento scatta per chi ha ricevuto già un richiamo, e per chi ha avuto per più volte una valutazione negativa del suo operato.
Perderà il lavoro anche chi ha violato in modo grave il codice di comportamento (accettare regali o fa uso improprio dell’auto di rappresentanza).
Molto probabilmente rientrerà nel decalogo anche l’infrazione dolosa delle regole sulla responsabilità disciplinare.
Inoltre è prevista una procedura rafforzata e abbreviata per i furbetti del cartellino: l’iter dovrà essere concluso in 30 giorni, con possibile sanzione massima per il dirigente che si gira dall’altra parte.
Il Ministro Marianna Madia conferma che: “L’articolo 18 non si tocca”, ma a vizi formali, come la violazione dei termini interni al procedimento, non potranno bloccare l’azione, fermo restando il diritto alla difesa.