Alcuni ritengono che le ore piccole, tra le 3 e le 4 del mattino, siano il periodo più arduo per chi è sveglio.
“Svegliarsi e preoccuparsi a quell’ora è molto comprensibile ed è un comportamento tipicamente umano“, spiegano gli specialisti. Molti si trovano a fissare il soffitto durante queste ore difficili, un fenomeno che sembra essere diventato più comune con l’inizio della pandemia, spesso legato allo stress in modi inaspettati. Secondo gli esperti di sonno, lo stress non aumenta i risvegli notturni direttamente, ma ci rende più consapevoli di essi.
“Di fatto, ci svegliamo più volte durante la notte e il sonno leggero è più frequente nella seconda metà della notte“, spiegano. “Quando dormiamo bene, questi risvegli ci sfuggono. Ma con l’aggiunta di stress, questi momenti possono trasformarsi in piena coscienza“.
Altri elementi che possono interrompere il sonno includono orari irregolari, troppo tempo davanti a schermi luminosi prima di dormire e la mancanza di aria fresca.
“Alzati alla stessa ora ogni giorno e vai a letto solo quando sei veramente stanco“, consiglia Stephanie Romiszewski, fisiologa del sonno e direttrice della Sleepyhead Clinic, in un’intervista con Metro.co.uk. “Se mantieni costanti gli orari di sveglia, questi diventeranno la tua norma“, suggerisce. “È utile anche mantenere un’attività fisica regolare e esposizione a luce intensa al mattino, oltre a dedicare tempo agli incontri sociali. È essenziale per il nostro cervello sapere che l’unico momento per dormire è la notte“.
La maggior parte delle persone si addormenta tra le 23:00 e mezzanotte e si sveglia tra le 7:00 e le 8:00, rendendo il risveglio alle 3 o 4 del mattino particolarmente peculiare. Aneesa Das, vice direttore del programma di medicina del sonno al Wexner Medical Center della Ohio State University, illumina questo aspetto.
“I nostri cicli di sonno alternano il sonno REM (Rapid Eye Movement) a quello non REM. Ogni fase ha una soglia diversa che ne facilita il risveglio“, dice. “Una possibile spiegazione per svegliarsi alla stessa ora è che andiamo a letto sempre allo stesso orario e raggiungiamo una fase di sonno leggero, risvegliandoci di conseguenza“, suggerisce.
Michael K. Scullin, professore associato di psicologia e neuroscienze alla Baylor University, nel suo intervento su Newsweek, afferma che questi risvegli potrebbero riflettere l’agitazione causata da sogni ansiosi legati a compiti incompiuti, che restano attivi nel nostro cervello fino a quando non vengono risolti.
Una tecnica utile è tenere un diario delle cose da fare. “Scrivere le attività imminenti e le preoccupazioni su un blocco note prima di andare a letto ha dimostrato di accelerare l’addormentamento“, afferma Scullin, riferendosi a uno studio del 2018.
Colin Espie, professore di medicina del sonno all’Università di Oxford, raccomanda di dedicare tempo prima di dormire a riflettere sugli eventi del giorno e pianificare il giorno seguente, aiutando il cervello a elaborare i pensieri senza interrompere il sonno. Tuttavia, se i problemi persistono oltre qualche mese, potrebbe essere necessario cercare assistenza professionale. “Se sono trascorsi più di tre mesi, è il momento di consultare un medico”, avverte Stephanie Romiszewski.