Le recensioni dello scorso anno sulle importazioni degli Stati Uniti posizionavano al 3° posto la Francia. Le statistiche aggiornate danno invece ragione alle recenti opinioni degli esperti, che vedono sempre più Roma prendere il sopravvento su Parigi: stando alle recensioni degli analisti sul terzo gradino del podio dell’export agroalimentare verso gli Stati Uniti si posiziona l’italia, dietro al Messico e al Canada.
Commenti positivi relativi a questo sorpasso arrivano in particolar modo dall’Italy-America Chamber of Commerce Southeast (IACCSE), la Camera di commercio italiana a Miami, che a metà maggio ha in programma la quinta edizione dell’Authentic Italian Food & Wine Festival: in quell’occasione importatori, distributori, ristoratori e cuochi statunitensi potranno incontrare le imprese italiane del settore agroalimentare.
Sull’importanza degli eventi internazionali per favorire l’export non ci sono dubbi: lo confermano anche i commenti degli export manager di Co.Mark, la business unit di Warrant Hub per la consulenza export e marketing. È opinione degli esperti di CoMark che eventi e fiere di settore siano una preziosa opportunità per acquisire clienti e nuovi fornitori, per stringere importanti collaborazioni, nonché per trarre ispirazione e individuare nuove idee per arricchire il proprio know-how e la propria offerta.
Non va poi dimenticato, come sottolineato dai commenti e dalle recensioni degli esperti, che gli Stati Uniti rappresentano un mercato di riferimento essenziale per le esportazioni italiane; tutto questo, come sottolineano nelle proprie opinioni gli esperti di export sul blog di Co.Mark, nonostante la lontananza geografica e le diverse specificità presenti a livello di economia e di normative.
Ma quali sono i prodotti del settore agroalimentare che più degli altri rafforzano l’export italiano verso gli Stati Uniti d’America? Le ultime recensioni, confermando le diffuse opinioni degli addetti, vedono il vino svolgere un ruolo da protagonista senza rivali: lo scorso anno l’export del settore enologico italiano verso gli USA è stato infatti pari a 2,1 miliardi di dollari. Al secondo posto si posiziona invece l’olio di oliva, con un valore di 706 milioni di dollari, mentre al terzo posto le recensioni inseriscono il gruppo di prodotti individuato come “salse e altre preparazioni”. Seguono altri prodotti come pasta, formaggi, sformati, acque, conserve, superalcolici e carni lavorate.
Sono interessanti, inoltre, i commenti per quanto riguarda l’export diretto verso la sola Florida: questo è infatti cresciuto lo scorso anno al ritmo del 12% – raggiungendo quota 3,89 miliardi di dollari – decisamente più della media delle esportazioni verso gli USA, in crescita del 5,4%. Secondo l’opinione degli esperti è necessario quindi monitorare con particolare attenzione l’export diretto verso lo Stato più a sud-est degli USA, il 22° per superficie e il 3° per quanto riguarda la popolazione.
I numeri assolutamente positivi dell’export italiano verso gli Stati Uniti del resto non devono stupire troppo: come ricordato pochi giorni fa nei commenti del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, infatti, negli ultimi 9 anni le esportazioni nazionali sono aumentate del 48% in valore, con l’Italia che si posiziona al quinto posto al mondo per export.