Probabilmente il futuro dell’energia potrebbe essere anche nell’energia nucleare, ma per l’Italia, per fortuna, le centrali nucleari e le scorie radioattive che producevano fanno parte del passato e devono solo rappresentare una memoria storica capace di fare da monito per le generazioni future.
Ecco allora perché appare importante l’iniziativa lanciata da Sogin, società incaricata dallo Stato italiano di smantellare i siti di materiale radioattivo: porte aperte, nelle quattro centrali nucleari di Caorso, Garigliano, Latina e Trino.
“Sappiamo che la gente ha la curiosità di sapere come è fatta all’interno una centrale nucleare – spiega Riccardo Casale, amministratore delegato di Sogin – per questo abbiamo deciso di aprire per due giorni i cancelli dei quattro siti italiani, tra cui anche Caorso”.
Lo smantellamento del sito di Caorso procede da otto anni e andrà avanti finché non verrà realizzato un sito nazionale di stoccaggio permanente dei rifiuti radioattivi. A Trino decine di persone hanno partecipato alla prima giornata d’apertura della centrale Enrico Fermi, attivata nel 1964 e dismessa nel 1987. Nel sito sono presenti ancora 47 elementi di combustibile, che saranno inviati in Francia per il riprocessamento.
Porte aperte anche a Latina – impianto a tecnologia inglese a gas grafite – la prima ad entrare in funzione in Europa nel lontano 1963. Qui, dal suo spegnimento nel 1986, è stato portato via il combustibile trasferito in Inghilterra, demolito il pontile che catturava l’acqua marina per il raffreddamento, e demolita la sala turbine.