Vi siete da poco avvicinati al mondo degli investimenti e avete sentito parlare di “benchmark”, ma non avete ben chiaro di cosa si tratti e a che cosa serva? Niente paura! In questo articolo troverete le risposte a tutti i vostri dubbi.
In ambito finanziario, il benchmark è un parametro che viene utilizzato per valutare in modo oggettivo prestazioni e rischi di titoli, fondi di investimento o mercati.
Ampiamente utilizzato in molti contesti, è l’elemento chiave sul quale si basano gli ETF, ossia gli Exchange Traded Funds; a tal proposito, se volete sapere che cosa sono e a cosa servono, cliccate qui per approfondire l’argomento e conoscerne nel dettaglio tutte le caratteristiche.
Benchmark: la definizione semplice
Benchmark è un termine inglese che, tradotto nella nostra lingua, significa “punto di riferimento” o “segno di riferimento”.
A livello pratico, si tratta di un parametro che, prendendo come riferimento un indice o una composizione di indici, permette di confrontare con essi titoli singoli, panieri di titoli o portafogli di investimento, al fine di valutarne l’andamento e i fattori di rischio.
Che cos’è un indice di mercato
Utilizzato nei mercati secondari, l’indice consiste in quell’insieme di titoli, selezionati in base a parametri predeterminati, utilizzati per definire l’andamento generale di uno specifico mercato.
Tra gli indici più famosi, di cui avrete certamente sentito parlare, rientrano ad esempio:
- il NASDAQ Composite, il quale include tutte le società attualmente quotate nella Borsa d’America;
- l’FTSE MIB, il quale raggruppa le 40 più grandi società che risultano quotate nella Borsa di Milano;
- il Dow Jones, forse il più noto in assoluto, il quale include i 30 titoli principali della Borsa di New York.
Quando viene scelto come benchmark, l’indice fornisce una media dell’andamento del mercato di riferimento e consente all’investitore o al gestore di un fondo di capire se un titolo o un paniere di titoli hanno performato bene, ossia sono in linea con l’andamento del benchmark oppure mostrano un andamento migliore rispetto a questo, oppure male. In questo secondo caso, il titolo o il gruppo di titoli mostrerà un andamento peggiore rispetto a quello dell’indice e il soggetto che se ne occupa provvederà, se lo riterrà opportuno, a effettuare alcune modifiche al fine di migliorarne le performance.
Benchmark: quali caratteristiche deve avere
Per funzionare correttamente e offrire le giuste garanzie, il benchmark deve essere per prima cosa totalmente replicabile, ossia deve partire da un indice che sia composto da titoli che possano essere acquistati o venduti sul mercato secondario.
In secondo luogo deve offrire garanzie di trasparenza, ossia deve essere composto attraverso l’applicazione di regole chiare e trasparenti che permettano anche ai singoli investitori di calcolarlo e comprenderne il funzionamento. In questo modo non vi potranno essere perplessità di fronte ai cambiamenti che il gestore di un fondo comune di investimento, di un ETF o di un portafoglio potranno effettuare nel corso del tempo. Per finire, deve essere rappresentativo dei titoli nei quali il fondo investe o da cui è composto il portafoglio dell’investitore. Questo significa che, se un fondo investe esclusivamente in titoli europei, non avrebbe senso prendere come benchmark un indice americano.