Tutti noi sappiamo cos’è il diabete, anche perché è la piaga del millennio: complici alimentazioni sbilanciate e stili di vita errati, sono milioni le persone nel mondo che hanno bisogno di assumere insulina dall’esterno per riuscire a sintetizzare gli zuccheri presenti nel proprio sangue.
Ma sapete che non è pericoloso solo quando i livelli di zucchero nel sangue sono troppo alti?
Si parla di ipoglicemia quando i livelli di zuccheri nel sangue scendono al di sotto della soglia minima di normalità, cioè 60-70 mg/dl.
L’ipoglicemia è frequente soprattutto nei soggetti trattati con insulina (sia tipo 1 che tipo 2) ma può realizzarsi anche in quelli che assumono farmaci orali che stimolano la secrezione insulinica.
Vi sono naturalmente vari livelli di gravità, correlati a sintomi differenti, man mano più gravi.
Una diminuzione del glucosio nel sangue causa sintomi come fame, sudorazione, tremore, affaticamento, debolezza e incapacità di ragionare in modo chiaro, mentre l’ipoglicemia grave causa sintomi come confusione, convulsioni e coma.
Si è in presenza di ipoglicemia grave quando i livelli di glucosio nel sangue scendono al di sotto di 30 mg/dl.
In generale, se i sintomi sono evidenti, è opportuno ricorrere subito, ovunque ci si trovi, a carboidrati ad assorbimento veloce come delle zollette di zucchero, del miele o marmellata o delle caramelle.
Con sintomi più leggeri si può, invece, assumere carboidrati ad assorbimento più lento come del pane o dei biscotti.