Sale l’inflazione su base annua: + 1,5%, chi è contento e chi no.
Ma insomma, non ce ne va bene una. E chi la vuole cotta, e chi la vuole cruda, e chi la vuole cotta a metà.
Draghi ci spiega pressoché quotidianamente che è bene che l’inflazione salga e anche in maniera importante, perché è l’indice più affidabile della ripresa, che le cose ricominciano a funzionare.
Vuol dire che l’economia gira, che la gente ricomincia ad acquistare, che qualcosa si muove.
C’è invece chi pensa che si tratta solo di fenomeni momentanei, legati a congiunture particolari, come all’aumento dei prezzi del petrolio e delle verdure, dopo le gelate dei mesi scorsi.
E comunque, aumentando i prezzi, stipendi e salari si svalutano.
Ciononostante i dati Istat ci dicono che a febbraio c’è stato un aumento dello 0,3% su gennaio e dell’1,5 % su febbraio 2016.
Al netto degli energetici e degli alimentari freschi, l’inflazione si porta dallo 0,5% allo 0,6%.
Il Codacons parla di un aumento di spese medio delle famiglie italiane di 450 euro su base annua.
La qual cosa, tutto sommato e considerando che veniamo da un periodo di deflazione o quasi, non è affatto male.