Samadhi la più alta forma di meditazione

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La meditazione Samadhi è considerata la forma più elevata di meditazione, un percorso che secondo antiche tradizioni porta verso l’immortalità. In India, viene pronunciata come “somati” o “samadhi” e rappresenta uno stato di completo arresto del metabolismo, raggiungibile attraverso un profondo effetto sull’acqua presente nel corpo umano. Durante il Samadhi, l’anima si separa temporaneamente dal corpo, che può rimanere in questo stato di immobilità per milioni di anni, senza subire degradi fisici.

Samadhi la più alta forma di meditazione

Uno degli aspetti chiave del Samadhi è la preservazione del cosiddetto “filo d’argento“, che mantiene il collegamento tra spirito e corpo. Questo avviene grazie a un particolare stato dell’acqua all’interno del corpo, noto come quarto stato, che è ancora sconosciuto alla scienza moderna. Questo stato dell’acqua è reso possibile dai campi di torsione positivi generati dall’anima, che trasformano l’acqua corporea. Durante il Samadhi, il corpo non mostra segni vitali, come pulsazioni o attività cerebrale, e la temperatura corporea scende drasticamente. Tuttavia, a differenza di uno stato di morte clinica, il corpo rimane conservato in modo perfetto, come in una sorta di pietrificazione temporanea.

La differenza tra il Samadhi e il sonno letargico risiede nel fatto che durante il letargo, il metabolismo e le funzioni vitali del corpo continuano a operare, mentre nel Samadhi il corpo diventa estremamente duro e freddo, con un metabolismo completamente arrestato. Questo non è paragonabile nemmeno alla morte clinica, poiché nel Samadhi l’anima rimane collegata al corpo, seppur separata da esso.

I corpi in stato di Samadhi possono essere trovati in luoghi particolari come grotte, ghiacciai o sott’acqua. L’acqua, in particolare, ha un ruolo cruciale poiché la sua composizione chimica è simile a quella del corpo umano ed è in grado di trasportare informazioni vitali per la rigenerazione cellulare. Secondo le tradizioni, l’acqua in questi luoghi potrebbe entrare in un quarto stato durante il Samadhi, favorendo la conservazione del corpo a lungo termine.

Per raggiungere lo stato di Samadhi, è fondamentale liberarsi da ogni energia mentale negativa. Le grotte che ospitano i corpi in Samadhi si trovano solitamente in luoghi remoti e ad alta quota, dove la temperatura è costantemente intorno ai +4°C, una condizione che favorisce la densità dell’acqua necessaria per il mantenimento del corpo. Questi luoghi sono principalmente situati in Tibet, Himalaya, Egitto, Sud America e Siberia, spesso protetti da templi e da vari sistemi di sicurezza, tra cui barriere energetiche e pietre.

Un altro aspetto affascinante del Samadhi è la produzione di “acqua morta” all’interno del corpo, capace di distruggere le cellule malate. Per uscire da questo stato, viene invece utilizzata “acqua viva”, che attraverso rituali di lavaggio riattiva il corpo e lo riporta alla vita.

Questa antica pratica solleva interrogativi sulla possibilità di comunicare con chi si trova in uno stato di Samadhi attraverso la meditazione. Se disturbata da influenze esterne, l’armonia del Samadhi può essere compromessa, e il corpo inizia a mostrare segni di rammollimento, interrompendo la perfetta conservazione.

Questa pratica affonda le sue radici nelle antiche civiltà, come quella degli Atlantidei e dei Lemuro-Atlantidei, le cui grotte di Samadhi conservano preziose testimonianze del patrimonio genetico dell’umanità.

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