Il governo messicano ha espresso una forte opposizione alla decisione di Google di modificare il nome del Golfo del Messico in “Golfo d’America“. La presidente della Città del Messico, Claudia Sheinbaum, ha ufficialmente manifestato il dissenso inviando una lettera formale a Google, sottolineando che la modifica è stata adottata seguendo le direttive del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.
Il Contesto della Controversia
Durante una conferenza stampa al Palazzo Nazionale a Città del Messico, Sheinbaum ha spiegato che la richiesta di rinominare il Golfo del Messico rientra in una politica che riguarda solo le aree entro 12 miglia nautiche dalla costa. Secondo la presidente, questa regola, sancita dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982 (UNCLOS), non può essere estesa alle zone al di fuori di questo confine, come appunto il vasto Golfo del Messico.
“La nostra sovranità si estende all’area entro 12 miglia dalla costa, ed è in queste zone che ogni paese ha il diritto di decidere il proprio nome”, ha dichiarato Sheinbaum, ribadendo che il Messico esercita pienamente la propria autorità in quest’area. Con queste argomentazioni, la lettera inviata a Google spiega nel dettaglio le motivazioni per cui il rinominamento non è accettabile per il governo messicano.
La Decisione di Trump e l’Ordine Esecutivo
Il 20 gennaio, un ordine esecutivo firmato alla Casa Bianca ha stabilito che il Golfo del Messico debba essere rinominato “Golfo d’America”. Tale direttiva, accompagnata da una dichiarazione in cui si affermava che l’azione avrebbe portato “buon senso” al governo e rinnovato le fondamenta della civiltà americana, ha portato Google ad adeguare le proprie mappe, modificando il nome del Golfo per gli utenti statunitensi.
In una nota ufficiale, Google Maps ha spiegato che mentre gli utenti negli Stati Uniti vedranno il nuovo nome “Gulf of America”, in altre regioni del mondo sarà visualizzata una doppia dicitura, in modo da rispettare le diverse posizioni e normative nazionali.
Le Implicazioni del Rinominamento
Questo episodio non riguarda solo una questione di nomenclatura geografica, ma ha implicazioni rilevanti in termini di sovranità nazionale e di diritto internazionale. La Convenzione UNCLOS stabilisce che ogni Stato ha il diritto di determinare l’estensione delle proprie acque territoriali, che non devono superare le 12 miglia nautiche dalla linea di base. Di conseguenza, il Messico sostiene che modificare il nome del Golfo del Messico in “Golfo d’America” viola tale principio fondamentale.
Il dissenso del governo messicano si inserisce in un dibattito più ampio sulla gestione dei nomi geografici e sulla sovranità dei paesi sulle proprie acque. Tale questione, infatti, è stata al centro di numerose discussioni internazionali e rappresenta un esempio di come decisioni politiche possano influenzare anche le rappresentazioni cartografiche ufficiali.
Conclusioni
La controversia scatenata dalla decisione di Google evidenzia come questioni di sovranità e diritto internazionale possano intrecciarsi con le scelte di aziende globali e direttive politiche. Mentre il governo messicano ribadisce il proprio diritto di nominare le aree entro la propria giurisdizione, la modifica imposta dall’ordine esecutivo di Trump ha sollevato dubbi e polemiche a livello internazionale. Resta da vedere come evolverà questa disputa e quale impatto avrà sul modo in cui le mappe digitali rappresentano i confini e i nomi geografici in futuro.