Un ex fisico della NASA intende dimostrare che il nostro universo è una simulazione al computer. Per decenni, scienziati e filosofi hanno esplorato la questione della realtà del nostro mondo.
È possibile che le nostre esperienze quotidiane siano frutto di una sofisticata illusione creata da un supercomputer? Questa affascinante teoria, che ricorda il film cult “The Matrix”, ha recentemente riacceso l’interesse grazie agli studi di alcuni scienziati.
Tra questi c’è Thomas Campbell, un ex fisico della NASA, che sostiene con convinzione che il nostro mondo possa essere una realtà virtuale. Campbell ha dedicato anni alla ricerca e alla sperimentazione per trovare prove a sostegno dell’idea che la nostra realtà sia una simulazione.
Ora, con il sostegno di CalPoly, ha l’opportunità di mettere alla prova le sue teorie, cercando di fornire “prove scientifiche definitive che viviamo in una realtà virtuale simulata al computer“.
Uno degli esperimenti chiave su cui Campbell punta molto è quello della doppia fenditura. Questo noto esperimento di fisica mostra come luce e materia possano comportarsi sia come onde che come particelle.
Secondo Campbell, se l’osservatore fosse escluso dall’esperimento, le informazioni registrate non esisterebbero realmente. In assenza di un osservatore, il risultato non si concretizza.
Questa osservazione lo ha portato a ipotizzare che la nostra realtà potrebbe funzionare come un videogioco, dove gli eventi si manifestano solo quando vengono osservati.
“La nostra realtà potrebbe essere intrinsecamente partecipativa”, afferma Campbell, auspicando che la sua ricerca possa sfidare le concezioni tradizionali della realtà e rivelare profonde connessioni tra coscienza e cosmo.
Naturalmente, dimostrare che il nostro mondo è una simulazione non è un compito semplice. Tuttavia, per Campbell e il suo team, questa è una sfida scientifica e un’opportunità per ampliare la comprensione del nostro posto nell’universo.
