Già da molti anni, ormai, il matrimonio non è più considerato un legame indissolubile: non è infatti un’introduzione recente, dato che già dal 1970 è possibile, qui in Italia, rompere il matrimonio e ritrovarsi con un ex moglie o marito, avendo per di più la possibilità di contrarre nuove nozze.
Ma fino a poco tempo fa il divorzio è sempre stato un ingente investimento, in termini di soldi, ma anche di tempo: molti anni sono sempre serviti per potersi ritener nuovamente “liberi”.
Ma ora è possibile ricorrere al divorzio breve: di cosa si tratta?
Introdotto con la legge numero 55 del 6 maggio 2015, non si tratta di una forma alternativa di divorzio, ma semplicemente di una procedura più semplice, snella e veloce.
Sostanzialmente la recente legislazione prevede la possibilità di sciogliere il vincolo senza rivolgersi al Tribunale, quando tra le parti c’è la volontà consensuale.
In buona sostanza, basta che i coniugi che abbiano effettuato la dichiarazione di volere divorziare siano riconvocati dall’ufficiale dello stato civile per confermare l’accordo dopo trenta giorni.
La novità più importante? Con la nuova legge la durata del periodo di separazione ininterrotta dei coniugi che consente di richiedere il divorzio scende da 3 anni a 6 mesi.
In più, i coniugi non sono obbligati a farsi assistere da un avvocato. Ma questo tipo di separazione può essere concluso esclusivamente da coniugi senza figli minorenni o maggiorenni incapaci o portatori di handicap oppure economicamente non autosufficienti e non può contenere patti di trasferimento patrimoniale.