Non è difficile, per chi frequenta le palestre ed i generale gli sportivi, vederli bere beveroni ed assumere pillole di varia natura. Farmaci anabolizzanti? Strane droghe?
Nella stragrande maggioranza dei casi, proprio no: gli strani bibitoni non sono altro che proteine solubili in acqua o latte, mentre le pillole sono integratori che aiutano ad avvertire meno i dolori muscolari e a favorire la ripresa dopo dure sessioni di allenamento.
In tanti, ad esempio, assumono compresse di carnitina: cos’è e a cosa serve?
La carnitina è un composto amminoacidico che viene definito non essenziale anche se il suo ruolo è determinante in molte funzioni.

La sua attività più nota è il suo ruolo come trasportatore di acidi grassi a lunga catena nella matrice mitocondriale, sede nella quale gli acidi grassi vengono convertiti in energia tramite il processo di Beta-Ossidazione.
In soldoni, in ambito dietetico, la carnitina svolgerebbe un ruolo importante nel metabolismo dei lipidi, facilitando la trasformazione del grasso in energia e faciliterebbe la combustione dei grassi durante l’esercizio fisico.
In ambito sportivo viene comunque anche utilizzata perché sembra fare produrre minori livelli di lattato, comportando così un miglioramento della resistenza degli atleti durante sforzi prolungati e una riduzione del dolore muscolare che mediamente segue un intenso esercizio fisico.
Il perché del condizionale? Al momento non esistono prove scientifiche sufficienti a giustificare i suoi benefici, anche se la carnitina continua ad essere normalmente utilizzata da tutti gli sportivi.