La maggior parte di noi, anche se non siamo certo della terza età, non è informatissimo sulla musica che impazza tra i giovanissimi: negli ultimi anni, infatti, si sono diffusi nuovi genere che non sono “facili” da ascoltare ed apprezzare, soprattutto per chi ama la musica classica ma anche solo quella nazional popolare, da Festival di Sanremo per intenderci.
Quanti di voi, ad esempio, conosce la musica trap? E sapete chi è un trapper?
Iniziamo subito col dire che la parola trap deriva da “Trap House”, che significa letteralmente appartamenti abbandonati, con esplicito riferimento agli appartamenti di Atlanta dove gli spacciatori americani si trovavano abitualmente alla fine del secolo scorso, quando appunto nasce questo nuovo genere.

Il trap è infatti un sottogenere musicale dell’hip hop, derivante dal southern hip hop, nato nel sud degli Stati Uniti e sviluppatosi tra la fine degli anni 90 e l’inizio degli anni 2000.
Questa musica è caratterizzata da testi cupi e minacciosi, mentre i temi ricorrenti sono la vita di strada tra criminalità e disagio, la povertà e la droga.
Una musica a metà tra il cantato e il rappato, con un massiccio uso dell’autotune nelle voci ed un ritmo ripetuto e sincopato.
In Italia il primo importatore è stato Gué Pequeno, ma il fenomeno è esploso negli ultimi anni con Sfera Ebbasta e Ghali e il loro beatmaker Charlie Charles.
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