egocentrismo, psicologia, caratterePerché alcune persone parlano sempre di sé stesse? - veb.it

Perché alcune persone parlano sempre di sé stesse?

VEB

Ti è mai capitato di parlare con qualcuno che riesce a trasformare qualsiasi argomento in un pretesto per raccontare la propria vita? Che sia durante un incontro informale, una riunione di lavoro o una conversazione sui social, è facile imbattersi in persone che monopolizzano il dialogo con aneddoti personali, successi o problemi. Sebbene possa sembrare un comportamento innocuo, la psicologia suggerisce che questa tendenza può nascondere aspetti profondi della personalità e avere un impatto negativo sulle relazioni sociali.

Perché alcune persone parlano sempre di sé stesse

Egocentrismo e bisogno di approvazione

Secondo gli esperti, chi parla continuamente di sé potrebbe manifestare tratti di egocentrismo o persino di narcisismo. Queste persone tendono a cercare conferme costanti, utilizzando le interazioni sociali come un palcoscenico per rafforzare la propria immagine. La psicologa Sonia García, del Colegio Oficial de Psicologia di Madrid, spiega che spesso queste persone mostrano un senso di superiorità e tendono a esagerare i propri successi per ottenere riconoscimento o trattamenti speciali. Inoltre, possono trascurare i bisogni emotivi degli altri, rendendo difficile la creazione di connessioni autentiche.

L’insicurezza dietro il bisogno di parlare di sé

Curiosamente, il desiderio di essere sempre al centro dell’attenzione può nascondere insicurezze profonde. Chi cerca costantemente approvazione potrebbe in realtà compensare una bassa autostima o il timore del rifiuto. Questo atteggiamento, invece di favorire legami sociali, può avere l’effetto opposto: più una persona cerca di attirare l’attenzione su di sé, più rischia di essere evitata dagli altri, innescando un circolo vizioso di solitudine e bisogno di conferme.

Il fenomeno del “boomerasking”

Un comportamento strettamente legato a questa tendenza è noto come boomerasking. Si tratta della pratica di fare domande agli altri solo per poter riportare immediatamente il discorso su di sé. Un esempio tipico? Qualcuno chiede: “Com’è andato il tuo viaggio?” e, prima che l’interlocutore possa rispondere, lo interrompe con “Ah, questo mi ricorda quando io sono stato a…”. Questo atteggiamento, più che un vero interesse verso l’altro, rivela una chiara priorità per il proprio ego.

La mancanza di empatia nelle conversazioni

L’empatia è un elemento fondamentale per costruire relazioni sane. Una conversazione equilibrata prevede uno scambio reciproco, in cui entrambe le parti hanno spazio per esprimersi. Quando una persona domina il dialogo senza ascoltare gli altri, può creare frustrazione e far sentire gli interlocutori trascurati o invisibili. Questo può portare a un progressivo allontanamento da parte di amici, familiari e colleghi, riducendo le opportunità di instaurare legami autentici.

Come migliorare la qualità delle conversazioni?

Parlare di sé è del tutto normale e può essere un elemento positivo nelle interazioni sociali, ma solo se avviene in modo equilibrato. Il problema sorge quando il dialogo diventa un monologo costante. Riconoscere questa tendenza è il primo passo per migliorare le proprie relazioni, attraverso un maggiore autoconsapevolezza o, se necessario, con il supporto di un professionista.

Per rendere le conversazioni più arricchenti, è fondamentale praticare l’ascolto attivo, dimostrare interesse genuino per gli altri e favorire uno scambio paritario di esperienze. Dopotutto, ogni persona ha una storia da raccontare e una conversazione diventa davvero significativa solo quando tutti hanno la possibilità di esprimersi.

Next Post

C'è qualcosa che si nasconde dietro l'utilizzo degli emoji

Gli emoji hanno trasformato il modo in cui comunichiamo nel mondo digitale. Creati in Giappone negli anni ‘90, questi piccoli simboli sono nati per compensare la mancanza di espressioni facciali e intonazione nei messaggi di testo, riducendo possibili ambiguità. Oggi, sono diventati strumenti essenziali non solo nelle conversazioni informali, ma […]
Perchè usiamo sempre più gli emoji