Ci sono numerosi modi di dire e numerosissime teorie, alcune scientifiche, altre molto più fantasiose, che hanno ad oggetto la nostra mente: del resto cosa c’è di più oscuro ed insondabile della mente umana e del suo funzionamento?
Tra i primi a capire l’importanza di provare a comprendere la mente umana ci sono i pensatori orientali che già millenni fa si interrogavano sulle caratteristiche principali proprio della mente.
In particolare interessante era il pensiero dei monaci buddisti che, vivendo a contatto con una miriade di persone differenti, non riuscivano a capacitarsi di come anche persone che avevano avuto tutto dalla vita erano sovente insoddisfatte ed infelice.
E il motivo è da rintracciare nella mente che non riesce a concentrarsi per più di qualche secondo su uno stesso argomento, vagando a suo piacimento.
Secondo il buddhismo, la mente umana è quindi come una scimmia: le scimmie sono infatti tra gli animali più emotivi in natura e sono in grado di provare le stesse sensazioni dell’uomo, saltando dall’una all’altra.
Per i monaci buddhisti la maggior parte delle persone non ha alcun controllo sulla propria mente, ed ecco perché arrivavano a definire la mente una scimmia impazzita.
Per Buddha addirittura la mente era un luogo pieno di scimmie ubriache che non smettono di urlare e richiamare la nostra attenzione.