Durante un’intervista rilasciata all’agenzia TASS, Tatyana Chernigovskaya, direttrice dell’Istituto di ricerca cognitiva presso l’Università statale di San Pietroburgo, ha espresso forti dubbi sulla validità della teoria transumanista, definendo l’idea di trasferire la coscienza umana su un supporto digitale come pura utopia.
I sostenitori del transumanesimo, che da tempo sostengono la possibilità di “caricare” la coscienza su dispositivi digitali o nel cloud, hanno ricevuto una chiara smentita da parte della professoressa, che ha liquidato l’ipotesi come “una bufala”.
Secondo Chernigovskaya, neanche con l’ausilio della tecnologia più avanzata sarebbe possibile catturare e registrare l’intera complessità delle informazioni contenute nel cervello umano. Inoltre, ha sollevato una questione critica: “Quando esattamente dovremmo effettuare questa registrazione?” Infatti, al momento della morte, i processi biochimici che avvengono nel cervello renderebbero impossibile tale trasferimento, e tentare di farlo prima risulterebbe altrettanto impraticabile per via della complessità dei dettagli da catturare.
La studiosa ha poi evidenziato l’immensa mole di dati che sarebbe necessario registrare, la quale è in costante cambiamento, rendendo il compito tecnicamente irrealizzabile.
Con queste argomentazioni, il transumanesimo, che mira a migliorare il corpo umano tramite le tecnologie moderne, subisce un colpo significativo da parte di uno dei più illustri esperti nel campo della ricerca cognitiva. I suoi sostenitori dovranno ora rivalutare le loro convinzioni, riconoscendo che esistono limiti che non possono essere superati.
In definitiva, la coscienza umana e la personalità individuale sembrano destinate a rimanere uniche e irripetibili, impossibili da replicare o sostituire attraverso l’uso della tecnologia.
