Ad onor del vero molti diplomati sono già in cattedra, ma sono quelli diplomati ormai diversi anni orsono, prima della più recente riforma della scuola, che prevede la laurea come requisito per poter diventare insegnante o professore.
Ma, con l’anno scolastico che si appresta ad iniziare, migliaia di supplenti mancano all’appello, e allora cosa si è inventata la ministra Lucia Azzolina?
Semplicemente portare in cattedra insegnanti non ancora laureati per le supplenze nelle scuole.
“Penso che questo Paese debba assolutamente dare la possibilità ai giovani di lavorare. Se vanno all’estero ci lamentiamo, se restano a casa ci lamentiamo, e poi questi giovani lavoravano già”, dice il ministro a Milano. “La Lombardia – sottolinea
ancora – è una delle regioni che hanno più supplenze per la scuola dell’infanzia e la primaria. Non è una novità. Lo abbiamo semplicemente messo all’interno di graduatorie e questo faciliterà le segreterie che non dovranno impazzire dietro le mad (dichiarazioni di messa a disposizione, ndr), daremo da lavorare a persone che hanno scelto di fare l’insegnante e un percorso, che era a numero chiuso. Persone preparate”, spiega.