Chernobyl: I cani hanno sviluppato qualcosa di misterioso

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La zona di esclusione di Chernobyl (CEZ), teatro di uno dei disastri nucleari più devastanti della storia, continua a essere al centro di ricerche scientifiche sorprendenti. Quasi 40 anni dopo l’esplosione del reattore nucleare numero 4, i cani randagi che abitano quest’area sembrano aver sviluppato incredibili adattamenti genetici che li rendono capaci di sopravvivere in un ambiente altamente tossico.

Chernobyl I cani hanno sviluppato qualcosa di misterioso
foto@pixabay

Uno studio rivoluzionario sui cani della CEZ

Un’indagine pubblicata nel marzo 2023 sulla rivista Canine Medicine and Genetics ha analizzato i campioni di sangue di 116 cani randagi che vivono nella CEZ. Questi animali, discendenti dei cani abbandonati durante l’evacuazione di massa successiva al disastro del 1986, offrono uno spaccato unico sull’adattamento della vita in condizioni estreme.

Secondo i ricercatori, due popolazioni distinte di cani sono riuscite a prosperare in un ambiente carico di radiazioni. “In qualche modo, queste popolazioni sono sopravvissute in un habitat altamente tossico,” ha dichiarato Norman J. Kleiman, scienziato della salute ambientale alla Columbia University. Lo studio ha identificato 52 geni che potrebbero essere collegati all’esposizione alla contaminazione ambientale, suggerendo che gli animali hanno sviluppato mutazioni per adattarsi agli alti livelli di radiazioni.

Una finestra sull’adattamento genetico

I risultati di questa ricerca non si limitano ai cani. La CEZ rappresenta un laboratorio naturale per studiare come diverse specie reagiscono e si adattano all’esposizione prolungata alle radiazioni. Ad esempio:

  • Lupi della CEZ: Studi precedenti hanno mostrato che i lupi presenti nella zona esibiscono una resistenza sorprendente agli effetti delle radiazioni, che solitamente causano tumori in altri organismi.
  • Nematodi nel terreno contaminato: In una ricerca parallela, i nematodi, minuscoli vermi che abitano il suolo della CEZ, non hanno mostrato danni genetici, lasciando perplessi gli scienziati sui meccanismi che proteggono questi organismi.

Un enigma evolutivo: selezione naturale o mutazioni casuali?

La dottoressa Sophia Tintor, a capo dello studio, ha posto una domanda cruciale: “I cambiamenti ambientali estremi hanno selezionato individui o specie più resistenti alle radiazioni ionizzanti? Oppure stiamo osservando mutazioni casuali?”

Questi interrogativi riflettono il fascino scientifico che circonda l’area di Chernobyl, oggi un luogo che offre intuizioni senza precedenti sull’evoluzione e sull’adattamento biologico.

Il significato per il futuro

L’esplosione del reattore numero 4 ha rilasciato nell’ambiente almeno il 5% del materiale radioattivo del suo nucleo, causando una crisi umanitaria e ambientale di proporzioni enormi. Oggi, tuttavia, gli adattamenti genetici osservati in diverse specie alimentano la speranza che la natura possa fornire risposte uniche agli impatti delle radiazioni.

Questi studi potrebbero non solo gettare luce sui meccanismi di resistenza alle radiazioni, ma anche offrire dati cruciali per comprendere se un giorno l’uomo potrà tornare in sicurezza a vivere nell’area. Inoltre, rappresentano un’opportunità per sviluppare strategie innovative di protezione per organismi esposti a condizioni ambientali estreme.

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