Virus West Nile, dagli Stati Uniti all’Italia allarme

VEB

Il virus del Nilo occidentale, definito precisamente West Nile, è potenzialmente mortale negli esseri umani ed è stato trovato in un campione di zanzare raccolte da Panorama City, i funzionari di controllo che lo hanno annunciato lunedì. È il primo segno finora quest’anno di zanzare infettate dal virus nel distretto di controllo vettoriale della contea di Los Angeles, che copre gran parte della contea di Los Angeles. Mentre le persone tendono a dimenticare o respingere il virus del Nilo occidentale, questo è “un avvertimento per i residenti di prendere precauzioni contro le punture di zanzara”, ha detto Kelly Middleton, direttore del distretto per gli affari della comunità.

Il dipartimento della sanità pubblica della contea di Los Angeles ha segnalato il suo primo caso di infezione da virus del West Nile nella contea quest’anno a giugno, nelle scorse settimane avevamo già avuto modo di parlare di zanzare e dei numerosi virus che sono in grado di veicolare.

Avevamo visto come la zanzara Anopheles è l’unica specie riconosciuta responsabile della trasmissione della malaria. Le zanzare Culex possono invece trasmettere l’encefalite e la filariosi. Le zanzare Aedes, di cui la zanzara tigre è un membro, trasmettono la febbre gialla, la dengue, la chikungunya e l’encefalite.

Dal 2015 ha fatto la sua terribile apparizione anche il virus Zika, considerato responsabile della nascita di neonati affetti da microcefalia in alcune aree del Brasile e dell’America Centrale.

Ma le zanzare possono trasmettere anche il cosiddetto Virus del Nilo, un virus non necessariamente letale, ma potenzialmente molto nocivo per gli organismi già debilitati.

Il virus del Nilo è della famiglia dei Flaviviridae ed è stato isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, da cui poi si è diffuso in praticamente tutto il mondo e che è responsabile della Febbre del Nilo dell’Ovest, o febbre West Nile.

La modalità principale di trasmissione del virus del Nilo occidentale è rappresentata da diverse specie di zanzare, che sono il primo vettore. Tra queste, in particolare, riveste un ruolo primario il genere Culex. Ovviamente tutti i fattori che favoriscono la proliferazione delle zanzare, come ad esempio le piogge abbondanti, le irrigazioni dei terreni agricoli o condizioni climatiche con temperature alte, determinano un importante aumento del numero dei casi di contagio.

Gli uccelli, siano essi stanziali, migratori o domestici, giocano un ruolo cruciale nella disseminazione del virus essendo l’animale più comunemente infettato e rappresentando il primo serbatoio. Le zanzare, in particolare del genere Culex, pungendo gli uccelli migratori asportano sangue infetto, infettano sé stesse e quindi ogni altro animale, uomo compreso, di cui assumono il sangue successivamente.

I sintomi iniziali dell’infezione da virus del Nilo occidentale sono rappresentati dalla comparsa di febbre moderata che in genere perdura da tre a sei giorni. Ad essa si associa spesso un senso di malessere generalizzato, anoressia, nausea, cefalea (mal di testa). Si tratta, come si vede, di una tipica sintomatologia simil influenzale.

In meno del 15% dei casi, di solito nei soggetti anziani e in quelli più deboli, possono verificarsi alcune gravi complicazioni neurologiche quali meningite asettica, encefalite oppure meningoencefalite.

Un virus che, anche se nel nostro paese se ne parla poco, non è poi così raro nel nostro paese, tanto che è in vigore dall’anno 2008 una ordinanza del Ministero della Salute che dà il via ad un piano di sorveglianza Straordinaria della West Nile Disease. Il virus del Nilo è stato infatti dichiarato endemico nel nostro Paese dalle autorità sanitarie.

E proprio di queste ore è la notizia di un 59enne di Polesella che è il primo contagiato dalla patologia West Nile per quest’anno in Italia.

“Il laboratorio di microbiologia di Padova ha comunicato la positività per virus West Nile  in un paziente ricoverato da sabato scorso presso il reparto di malattie infettive dell’ospedale hub di Rovigo – spiega l’azienda sanitaria Ulss 5 Polesana con una nota ufficiale – Si tratta del primo caso dell’anno in corso, in un  paziente  di 59 anni, residente a Polesella.  Il paziente versa in discrete condizioni e reagisce positivamente alle cure prestate. Il Dipartimento di prevenzione dell’Azienda ulss 5 ha informato il comune di Polesella  per intensificare gli interventi larvo – zanzaricidi di competenza”.

Per fortuna quindi il paziente non è in pericolo di vita e dopo le necessarie cure potrà essere dimesso senza alcuna conseguenza.

Ricordiamo che in queste ore è stato confermato il primo caso di contagio del virus del Nilo occidentale portato dalle zanzare anche in Illinois: a Chicago una donna sui 60 anni è stata infettata. Pochi giorni prima un altro paio di contagi sono stati registrati in California.

Gli esperti si attendono una stagione più intensa del solito questa estate in quanto le piogge estese favoriscono il proliferare delle zanzare portatrici del virus. Nel 2017 il virus fu trovato in 47 stati Usa.

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