Victor Lusting, l’uomo che ha venduto la Torre Eiffel due volte

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Victor Lustig è passato alla storia come uno dei truffatori più audaci e ingegnosi del XX secolo, un maestro dell’inganno capace di orchestrare la vendita di una delle strutture più iconiche del mondo: la Torre Eiffel. E come se non bastasse, Lustig riuscì a vendere la Torre ben due volte, truffando industriali francesi e sfuggendo alla giustizia in modo incredibile. La storia di Lustig è una testimonianza straordinaria del potere della persuasione e dell’audacia, e del modo in cui l’ingegno criminale può sfruttare anche le più incredibili circostanze a proprio vantaggio.

Victor Lusting uomo che ha venduto la Torre Eiffel due volte

Il suo nome è diventato sinonimo di truffa, e le sue imprese continuano a suscitare fascino e incredulità ancora oggi. Ma come riuscì Lustig a vendere la Torre Eiffel non una, ma due volte? E come riuscì a fuggire dalle autorità dopo una truffa così eclatante? Questa è la straordinaria storia di uno dei truffatori più brillanti della storia.

Chi Era Victor Lustig?

Victor Lustig nacque nel 1890 in Austria-Ungheria, in quella che oggi è la Repubblica Ceca. Sin da giovane dimostrò un’intelligenza fuori dal comune, imparando diverse lingue e sviluppando un’incredibile abilità nella persuasione. Tuttavia, invece di utilizzare il suo talento in modo legale, Lustig scelse la via della criminalità. Divenne famoso come un truffatore abile, viaggiando per l’Europa e gli Stati Uniti e mettendo a segno colpi sempre più sofisticati.

Lustig era noto per la sua eleganza e per l’abilità di assumere qualsiasi identità a seconda delle circostanze. Fu un esperto nell’arte dell’inganno, riuscendo a truffare persone benestanti con l’illusione di affari vantaggiosi e investimenti miracolosi. Ma la sua impresa più audace e memorabile ebbe luogo a Parigi, negli anni ’20, quando decise di tentare l’impensabile: vendere la Torre Eiffel.

Il Contesto Storico: La Parigi del Dopoguerra

Negli anni ’20, Parigi si stava ancora riprendendo dagli effetti della Prima Guerra Mondiale. La città, come il resto del paese, era in fase di ricostruzione e sviluppo, ma anche in preda a difficoltà economiche. In questo contesto, la Torre Eiffel, costruita nel 1889 per l’Esposizione Universale, era vista con un certo disprezzo da molti parigini. Sebbene fosse diventata un simbolo iconico della città, molti la consideravano un’orribile massa di ferro inutile e costosa da mantenere.

Victor Lustig vide in questa situazione l’opportunità perfetta per mettere in atto il suo colpo più audace. Sfruttando l’idea che la Torre potesse essere considerata un peso economico per la città, elaborò un piano ingegnoso per venderla a ignari acquirenti.

Il Piano: La Prima Vendita della Torre Eiffel

Nel 1925, Lustig si fece passare per un funzionario del governo francese. Creò documenti falsi e si presentò come un funzionario del Ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni, incaricato di gestire la vendita della Torre Eiffel come rottame. Secondo Lustig, il governo francese non era più in grado di sostenere i costi di manutenzione della struttura e aveva deciso di venderla al miglior offerente.

Lustig contattò un gruppo di ricchi industriali, specializzati nel settore del riciclo dei metalli, e organizzò un incontro segreto in un lussuoso hotel parigino. Durante la riunione, spiegò che la vendita della Torre era un affare delicato e riservato, e che i dettagli dovevano essere mantenuti segreti fino a quando l’accordo non fosse stato concluso.

Tra gli industriali, Lustig scelse il suo primo bersaglio: André Poisson, un uomo d’affari che desiderava farsi un nome nella società parigina. Poisson, attratto dalla possibilità di acquistare uno dei monumenti più famosi del mondo per il valore del suo ferro, abboccò all’esca di Lustig. Dopo alcune trattative, Lustig riuscì a convincere Poisson a pagare una somma ingente per “acquistare” la Torre Eiffel.

Una volta incassato il denaro, Lustig e il suo complice, Dan Collins, fuggirono immediatamente da Parigi, lasciando Poisson con nulla in mano. Tuttavia, Poisson, imbarazzato dalla truffa subita, decise di non denunciare l’accaduto alle autorità per evitare il ridicolo e il disonore pubblico.

Il Secondo Colpo: Una Vendita Ripetuta

Dopo il successo del primo colpo, Lustig si rese conto che poteva ripetere l’impresa. Tornò a Parigi qualche mese dopo e mise in atto lo stesso piano, contattando un nuovo gruppo di industriali e tentando nuovamente di vendere la Torre Eiffel. Incredibilmente, Lustig riuscì quasi a completare la seconda truffa, ma questa volta qualcosa andò storto.

Uno degli industriali coinvolti si insospettì e decise di informare le autorità prima di finalizzare l’affare. Quando Lustig capì che la polizia stava indagando, fuggì immediatamente da Parigi, evitando per un soffio l’arresto. Nonostante il fallimento della seconda vendita, Lustig era ormai diventato una leggenda del crimine.

Il Re delle Truffe: Altri Colpi Famosi

Dopo le sue imprese a Parigi, Lustig continuò la sua carriera criminale, trasferendosi negli Stati Uniti. Lì, mise a segno un’altra delle sue truffe più famose: la “scatola per stampare denaro”. Lustig convinceva le sue vittime che una particolare scatola, apparentemente magica, poteva stampare banconote da 100 dollari. In realtà, la scatola conteneva solo due banconote vere, che venivano espulse lentamente, dando il tempo a Lustig di fuggire prima che la truffa fosse scoperta.

Un’altra sua vittima illustre fu Al Capone, il famigerato gangster di Chicago. Lustig riuscì a truffare anche il boss criminale, ma in modo astuto: gli chiese di investire 50.000 dollari in un affare falso. Dopo alcuni mesi, Lustig restituì l’intera somma, spiegando che l’affare era fallito, ma che era onesto abbastanza da restituire i soldi. Questo gesto guadagnò la fiducia di Capone, che in seguito premiò Lustig con una “ricompensa” per la sua apparente onestà. In realtà, Lustig aveva ingannato Capone per ottenere quel denaro senza mai rischiare nulla.

La Fine di Lustig: Un Imbroglione con Troppa Fortuna

Nonostante la sua genialità e la sua capacità di eludere le autorità per anni, la carriera di Victor Lustig ebbe una fine nel 1935. Dopo decenni di truffe, la polizia statunitense riuscì finalmente a catturarlo per un crimine ben meno sofisticato: la contraffazione di denaro. Arrestato dall’FBI, Lustig fu condannato a 20 anni di prigione e incarcerato nella famosa prigione di Alcatraz. Morì nel 1947 a causa di una polmonite, chiudendo così il capitolo di una delle carriere criminali più brillanti e audaci della storia.

L’Eredità di Victor Lustig

Victor Lustig è diventato una figura leggendaria, il simbolo dell’astuzia criminale e del potere della persuasione. La sua capacità di convincere gli altri ad accettare l’impossibile – come la vendita della Torre Eiffel – è ancora oggi considerata un capolavoro di inganno. Le sue imprese hanno ispirato libri, film e innumerevoli storie, rendendolo un’icona della cultura pop.

Nonostante il suo destino finale, la vita di Lustig ci ricorda quanto l’ingegno e la determinazione possano portare qualcuno a sfidare le convenzioni, e come il confine tra audacia e illegalità possa essere sottile. La sua figura resta impressa nella storia come quella del truffatore per eccellenza, capace di vendere l’impossibile e farla franca.

E oggi, quando pensiamo a chi potrebbe mai avere il coraggio di vendere la Torre Eiffel, la risposta è chiara: solo Victor Lustig.

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