Venezia è la città più vecchia del Veneto, un cattivo segnale.
Nel centro storico della città lagunare più famosa del mondo, ci sono otto anziani per ogni bambino. Nelle isole il rapporto arriva addirittura a uno a nove. Numeri impressionanti: una città forse irreversibilmente vecchia.
Negli ultimi anni i giovani se ne sono andati, un po’ perché nella città il lavoro non c’è, un po’ perché le condizioni minime di vivibilità per i ragazzi vengono sempre più meno in una città che per i turisti offre moltissimo, per i residenti offre pochissimo.
I servizi, quelli classici e quelli meno classici, spariscono uno a uno. Non è solo Venezia ad affondare da un punto di vista geologico, è una piccola grande fetta di società che sta affondando. E mancano gli strumenti basilari per tenerla a galla.
Il Comune ha visto il picco abitativo alla fine degli anni sessanta, quando aveva raggiunto quasi i quattrocentomila abitanti.
Da 1968 in poi è cominciata la decrescita, lenta ma inesorabile. Come si può fare per salvare Venezia? E soprattutto si può fare davvero qualcosa?
Difficile: la città lagunare rischia di restare nei prossimi decenni un luogo solo per turisti, un immenso monumento storico di valore inestimabile, ma del tutto inerte.