“I vaccini non hanno colore politico e non vanno strumentalizzati. I vaccini non sono oggetto di scelte ‘democratiche’, quanti sono a favore e quanti sono contro, sono invece uno strumento medico al servizio del bene della collettività, come lo sono gli antibiotici e i farmaci anti-tumorali. Saremmo stupiti che l’uso degli antibiotici diventasse oggetto di diverse scelte politiche. Perché quindi i vaccini devono essere oggetto di divisione politica?”: questo si legge tra l’altro, su un comunicato ufficiale diramato dal board del Calendario per la Vita (Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica – SItI; Società Italiana di Pediatria – SIP; Federazione Italiana Medici Pediatri – FIMP; Federazione Italiana Medici di Medicina Generale – FIMMG), che ha ritenuto importante fare alcune precisazioni sulla mozione del Consiglio Comunale di Roma su vaccinazioni e accesso a scuola dell’infanzia.
Eppure di vaccini, di obbligatorietà, di presunti rischi celati agli “ignari” genitori si continua a dibattere qui in Italia, in politica e non solo.
I no vax, coloro che si ribellano contro la prescrizione di legge che rende obbligatori determinati vaccini per l’accesso alla scuola primaria, si sono “attaccati persino ai tram”: una pubblicità «No Vax» è infatti apparsa sui mezzi del trasporto pubblico cittadino.
È successo nella mattinata di lunedì a Rimini: su alcuni autobus urbani di Start Romagna, era comparso uno stampato che invitava a chiare lettere a informarsi sulla pericolosità dei vaccini: «4.766 segnalazioni sospette, reazioni avverse. Vaccini quando c’è il rischio deve esserci scelta». Questo il testo, con tanto di cartello triangolare e punto esclamativo, classico segnale di pericolo imminente.
Ma non è finita qui: persino i biologi sono stati accusati di prendere le parti dei no vax .
In particolare, il convegno per i 50 anni dell’Ordine dei Biologi, presieduto dal senatore di Ala Vincenzo D’Anna, fermo oppositore della legge sull’obbligatorietà dei vaccini, pare sarà una sorta di grande palcoscenico per le teorie dei no-vax. Il tutto è partito dalla denuncia dell’epidemiologo dell’università di Pisa Pier Luigi Lopalco che è stata riportata dal quotidiano La Repubblica.
Vaccini, persino i biologi accusati di essere no vax
Nel programma è stato ad esempio inserito anche Luc Montagnier, premio Nobel perché è stato tra gli scopritori del virus Hiv, che negli ultimi anni è diventato portavoce di teorie bocciate dalla scienza, come quella che vede una correlazione tra autismo e vaccini, oltre ad essere un estimatore dell’omeopatia. E non solo, scrive l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco su Facebook: “Fra le chicche, a parlare nella sessione “temi correnti di prevenzione”, l’eminente immunologo Yehuda Shoenfeld che enuncerà le sue teorie (mai confermate da prove sperimentali) su metalli pesanti e neurotossicità”.
Non è chiaro però quanto spazio verrà loro effettivamente riservato all’interno della giornata di lavori, né se al momento dell’adesione siano stati consapevoli di chi fossero gli altri relatori. Stando al programma, la discussione sarà tutt’altro che equilibrata.
Il senatore D’Anna poche ore fa ha tenuto a precisare, in una nota pubblicata sul sito dell’ordine, che le idee di un convegno “finalizzato a sostenere tesi contrarie ai vaccini, e alla legge che ne fa obbligo alle famiglie italiane, sono destituite di ogni fondamento”, ma la polemica impazzerà almeno fino alla data del convegno, previsto per il 2 marzo.
Al momento, qui in Italia, gli unici ad avere le idee chiare pare siano proprio la stragrande maggioranza dei genitori, almeno sui social: gli anti-vaccinisti online sono solo l’8% di chi parla di vaccini, sono molto attivi ma in realtà i loro interventi riescono ad attrarre condivisioni e commenti positivi solo nel 20% dei casi e da un utente esterno su cinque, indice di una certa autoreferenzialità.
Al contrario, le comunità più attive sul fronte pro-vaccini raccolgono molti consensi al di fuori della loro cerchia (dall’esterno del gruppo proviene un messaggio su due) e riescono a generare opinioni pro-vaccino fino all’80%.