Nuove analisi astronomiche stanno rivoluzionando ciò che sapevamo su Urano. Grazie alle tecnologie moderne e alle osservazioni del telescopio spaziale Hubble, gli scienziati hanno scoperto che Urano è più grande e più caldo di quanto si pensasse finora. Le rilevazioni aggiornate smentiscono in parte i dati storici raccolti dalla sonda Voyager 2 della NASA negli anni ’80.

Una rotazione più lenta: Urano impiega più tempo a girare su sé stesso
Secondo i ricercatori, Urano impiega 17 ore, 14 minuti e 52 secondi per completare una rotazione, ben 28 secondi in più rispetto alla stima precedente. Questo dato, sebbene possa sembrare minimo, ha implicazioni significative: modifica le previsioni sulle dimensioni del pianeta e influisce sulla pianificazione delle future missioni spaziali.
Le nuove misurazioni sono state rese possibili grazie all’analisi combinata del campo magnetico del pianeta e delle emissioni radio delle aurore polari. Un approccio che ha permesso di correggere il margine d’errore associato ai dati precedenti, rendendo ora molto più preciso il calcolo della rotazione del pianeta.
“Ora possiamo localizzare Urano con maggiore accuratezza, un elemento chiave per definire rotte orbitali e punti di ingresso atmosferico per le sonde future”, ha spiegato il ricercatore Laurent Lamy, dell’Osservatorio di Parigi.
Urano non è solo più grande, ma anche più caldo del previsto
Un altro elemento sorprendente emerso dallo studio riguarda la temperatura di Urano. A lungo considerato il più “freddo” dei giganti gassosi, Urano ha mostrato tracce di calore in eccesso, smentendo le prime osservazioni del Voyager 2, secondo cui il pianeta rifletteva esclusivamente la luce solare.
Secondo Patrick Irwin, professore dell’Università di Oxford, questa anomalia è probabilmente dovuta al fatto che Voyager 2 osservò Urano durante un periodo vicino all’equinozio, e non al solstizio, come inizialmente si pensava. Questo ha influenzato le misurazioni, portando a sottovalutare la temperatura effettiva del pianeta.
Un gigante ghiacciato ancora pieno di misteri
Urano è il settimo pianeta del sistema solare e condivide molte caratteristiche con Nettuno, ma si distingue per la sua rotazione inclinata “quasi sdraiata” rispetto al piano orbitale terrestre. Anche i suoi poli magnetici tracciano un ampio cerchio durante la rotazione, rendendolo un oggetto di studio particolarmente complesso.
“Queste nuove scoperte ci offrono una visione molto più chiara del comportamento fisico e atmosferico di Urano”, ha commentato Tim Bedding, astrofisico dell’Università di Sydney. “Le informazioni raccolte sono finalmente abbastanza precise da guidare le prossime esplorazioni.”
Cosa cambia per il futuro dell’esplorazione spaziale?
Grazie alle osservazioni avanzate e alla tecnologia moderna, gli astronomi sono ora in grado di pianificare missioni con maggiore precisione, correggendo errori del passato. Urano torna così al centro dell’interesse scientifico, aprendo la strada a missioni spaziali dedicate che potrebbero svelare ulteriori misteri sul gigante ghiacciato.