Sta facendo molto discutere, negli ultimi giorni, l’incredibile vicenda che ha coinvolto un uomo di 42 anni che, ricoverato presso l’ospedale Vito Fazzi di Lecce, ha dovuto fare i conti con una zecca posizionata sul suo fianco. L’uomo, disteso sul letto dell’ospedale in cui era ricoverato, ha inizialmente avvertito un leggero prurito sul fianco, prurito che poco dopo si è trasformato in fastidio e dolore fino a quando, lo stesso, si è reso conto di avere una zecca attaccata al suo corpo.
“La ricognizione del reparto nella stessa serata per verificare presenze analoghe su altri letti ha dato esito negativo, escludendo pertanto il rischio di un fantomatico focolaio. D’altra parte l’ipotesi focolaio è esclusa per le modalità tipiche di trasferimento delle zecche sugli uomini: dimorano sulla vegetazione comune di parchi e campi passando sugli animali, inclusi quelli domestici e di affezione, e da questi all’uomo per contatto, dove possono portare a conseguenze anche gravi a seguito di morso con suzione di sangue per diverse ore, evacuazione delle feci e rilascio del rostro sulla pelle dell’ospite”.
Sono state le parole espresse in una lunga nota dal direttore dell’Asl di Lecce, Giovanni Gorgoni, il quale ha dunque voluto precisare l’esclusione della presenza di un focolaio all’interno del reparto in cui era ricoverato l’uomo ovvero il reparto di otorinolaringoiatria.