Nella rivista scientifica Nature è stata presentata una teoria innovativa formulata dallo scienziato statunitense Edward Fredkin: la “fisica digitale“.

Questa teoria rivoluziona le nostre concezioni tradizionali sulle leggi fisiche e l’essenza dell’universo. I sostenitori di questa visione sostengono che le classiche equazioni della fisica potrebbero essere rimpiazzate da regole più facilmente interpretabili dai computer, in particolare da quelli quantistici.
L’idea centrale è che l’universo e le sue leggi potrebbero essere generati da un sofisticato algoritmo informatico.
Tuttavia, una teoria così radicale necessita di ulteriori indagini e prove sperimentali. Per confermare che spazio e tempo siano composti da unità discrete, si dovranno condurre test rigorosi alla scala di Planck, il livello in cui le leggi fisiche come le conosciamo potrebbero cessare di essere valide.
Un’altra questione cruciale è l’unificazione della teoria generale della relatività di Einstein con la meccanica quantistica in una teoria quantistica della gravità. Benché tale questione sia ancora irrisolta, l’ipotesi di un universo strutturato digitalmente potrebbe fornire nuovi spunti per affrontarla.
In questo contesto, gli studiosi stanno anche esplorando il principio olografico, introdotto da Gerard Hooft, come possibile soluzione a questi problemi. Questo principio suggerisce che la nostra realtà potrebbe essere una proiezione da uno spazio dimensionale più basso, un concetto che risona con l’idea di un universo digitale. Tale principio potrebbe offrire nuove prospettive per lo sviluppo di una teoria quantistica della gravità.
Le indagini in questo campo sono ancora ai loro inizi, ma potremmo essere all’alba di un nuovo capitolo nella comprensione delle leggi cosmiche, in cui gli algoritmi potrebbero giocare un ruolo chiave nel decifrare i misteri dell’universo. Se la teoria dell’universo digitale dovesse essere confermata, ciò potrebbe rappresentare una svolta epocale nel nostro modo di intendere non solo la fisica, ma la realtà stessa.