Siamo uno dei pochi paesi occidentali a non avere ancora una legge che regolamenti le unioni civili, eppure nonostante se ne sia parlato più volte negli ultimi mesi, alla fine sembra ci sia sempre qualcosa che ha bisogno della priorità, e le riforme slittano, di settimane, mesi anni.
Renzi, da quando è diventato capo del Governo, ha più volte annunciato che un ddl sulle unioni civili sarebbe stato approvato a breve, ma ora persino la riforma del Senato sembra più importante da trattare, e un nuovo slittamento è nell’aria.
Il 2 luglio scorso il sottosegretario alle Riforme Ivan Scalfarotto annunciava così il suo sciopero della fame: “Da lunedì prendo solo due cappuccini al giorno, alla radicale. Non ce la facevo più a far finta di niente, ad andare avanti con il mio lavoro come al solito”. E prometteva: “La scelta del digiuno per protesta” continuerà “finché non avrò una data certa di approvazione sulle unioni civili”.
Il digiuno è finito ma nessuna legge è nell’aria.
La sessione di bilancio incombe su Palazzo Madama, le divergenze tra Pd e Ncd restano e oggi anche Sel e M5S, alleati dei Dem sul dossier, hanno attaccato a muso duro governo e Pd, accusandoli di «fregarsene» delle unioni civili: mancano due giorni e ormai sembra un’utopia che un qualche documento serio possa essere prodotto in così poco tempo.
“La sessione di bilancio durerà circa tre settimane. Nella prima o al massimo nella seconda decade di novembre immagino che il ddl possa ritornare in Aula: sono certa che il Senato approverà la legge entro novembre”, annuncia ancora Monica Cirinnà (Pd)in un’intervista a Gay.it sul ddl Unioni Civili.
Ma noi stavolta siamo poco ottimisti.