Oltre 17 milioni di nuovi casi di tumore e 8,7 milioni di morti, ed è solo una stima approssimativa: questi i numeri del cancro del mondo, che permettono a questo male, spesso ancora oscuro, di confermarsi come seconda causa di morte nel mondo, con un’incidenza in forte aumento nel corso degli ultimi dieci anni (+33%).
Numeri che confermano quanto già emerso più volte: i tumori potrebbero presto guadagnare il primo posto nella classifica della mortalità, scavalcando quello che finora ha rappresentato il big killer per eccellenza, le malattie cardiovascolari.
Così, le probabilità di ammalarsi di tumore in qualche punto della vita sono ormai di 1 su 3 per i maschi e di 1 su 4 per le femmine.
Il tumore ‘maschile’ più rappresentato nel mondo è quello della prostata (con 1,6 milioni di casi), anche se il big killer tra gli uomini resta il tumore del polmone-bronchi-trachea.
Per le donne il tumore della mammella si è confermato il tumore con la maggior incidenza (2,4 milioni di casi) e anche quello con la maggiore mortalità. Tra i bambini, i tumori più rappresentati restano quelli ematologici (leucemie e linfomi non Hodgkin) oltre a quelli del cervello e del sistema nervoso.
Per fortuna, oggi, si muore molto di meno ma le cure sono ancora lunghe e dolorose, in una lotta quotidiana che non sempre lascia scampo
È la fatigue (il termine è inglese ma la radice latina chiarisce l’idea di ciò di cui si parla), il sintomo che affligge il 70-80% di chi è in chemioterapia, l’80% di chi si sta sottoponendo a radioterapia e la quasi totalità – fino al 90% – di coloro che sono in fase avanzata di malattia.
È una spossatezza intensa e persistente, un senso di esaurimento e di debolezza frustrante: perché inspiegabile, e perché col riposo non passa.
Il cancro può infatti farsi sentire producendo sostanze che alterano il metabolismo e inducono la spiacevole sensazione di spossatezza. Ma la fatigue è anche un effetto collaterale comune di molti tipi di trattamento farmacologico: della chemioterapia, ma anche dell’immunoterapia. E alcuni farmaci cosiddetti di nuova generazione comportano un’incidenza di fatigue tutt’altro che trascurabile. Come d’altronde alcune terapie ormonali, che sono efficaci e in genere ben tollerate, intendiamoci, ma visto che vanno somministrate per periodi lunghi, la fatigue può avere in questi casi e per queste ragioni ripercussioni più rilevanti sulla qualità della vita.
Il dolore, la depressione e la fatica sono contributori prominenti alla sofferenza di molti malati di cancro, ma per fortuna molti dimostrano di essere più forti della malattia, ed un eccezionale esempio è quello di Lily Douglas, dieci anni, che vive a Perth, vicino a Edimburgo e a cui un anno fa è stata diagnosticata una forma di tumore osseo.
Tumore osseo Lily si qualifica ai campionati europei di danza
Lily, all’età di 9 anni, aveva già vinto un’ottantina di titoli nella break dance e nel freestyle e un anno dopo, nonostante gli interventi chirurgici e lunghi cicli chemioterapici, la piccola danzatrice coraggiosa si è qualificata ai Campionati Europei, collezionando tante altre soddisfazioni.
“Ballava cinque ore al giorno – racconta mamma Jane al Daily Mirror – e per quanto le terapie fossero estenuanti Lily ha continuato a danzare: dopo il secondo ciclo di chemio ha partecipato a Glasgow a una competizione vincendo due trofei. Non aveva voluto indossare la parrucca, ma un cappello da baseball che durante l’esibizione ha lanciato mostrando la realtà“. “E’ stato emozionante – continua Jane. – Tutti avevano gli occhi lucidi e i giudici si sono alzati per abbracciarla, dal pubblico c’è stata una standing ovation. Per lei è stata una spinta incredibile“.
“All’inizio i medici erano preoccupati per questa sua insistenza nel continuare a ballare e gareggiare – confessa la madre, – ma poi hanno capito che questo era il suo modo migliore di combattere la sua battaglia contro il cancro“.
Anche quando le è stata tolta la scapola sinistra Lily non ha voluto rinunciare agli allenamenti e poco tempo dopo è arrivata seconda ai Campionati scozzesi di Street Dance di Edimburgo per under 12. Poi un’audizione al prestigioso Scottish Ballet. Il tutto prima di partire per la Florida, dove sta trascorrendo due mesi di radioterapia. Femore e gamba sinistra dovranno essere operati.
“Siamo lontani dalla meta – conclude la mamma, – ma finché Lily continua a ballare, può superare qualunque cosa“.
Il tumore diagnosticato alla piccola ballerina è una forma rara, che colpisce le ossa, chiamato sarcoma di Ewing, e si manifesta principalmente nei bambini e negli adolescenti. Il quarto stadio, quello riconosciuto dai medici in Lily è il più grave.