Il caldo non è certo un problema solamente nostrano: l’Italia si trova a fare i conti con un caldo africano che costringe tutti a boccheggiare in cerca di un po’ di fresco, ma di certo non va meglio agli animali del polo, che non possono godere nemmeno del fresco di condizionatori e ventilatori, e le temperature alte incidono persino sulla loro sopravvivenza.
Gli orsi polari hanno bisogno dei ghiacci per cacciare e accumulare il grasso necessario a fronteggiare i mesi in cui il cibo nell’Artico scarseggia, ma a causa dei cambiamenti climatici il ghiaccio marino si fonde prima in primavera e si forma più tardi in autunno soprattutto, non permettendo quindi agli orsi di alimentarsi a sufficienza.
Alcuni studi passati avevano fatto pensare che, se privati delle loro prede, gli orsi sviluppassero un sistema di sopravvivenza al rallentatore, una sorta di “letargo mobile”, conseguenza di un’alimentazione ridotta. Nuovi studi hanno invece mostrato come li orsi polari non sono in grado di adattare il loro comportamento e le loro abitudini così da poter far fronte alla carenza di cibo derivante da estati sempre più calde nell’Artico.
Semplicemente, quando il cibo è scarso, gli orsi muoiono di fame. Gli orsi, costretti in questo modo a prolungare i mesi di digiuno e di scarso apporto calorico rischiano di essere denutriti e meno sani. Orsi denutriti e meno sani hanno un tasso di riproduzione più basso, aumentando le possibilità di estinguersi.