Da mesi Cryptolocker è uno dei virus più temuti dal cyber spazio: un virus trasmesso via email apparentemente proveniente ad esempio da corrieri per le spedizioni o agenzie governative nazionali, contenenti link o allegati che una volta aperti criptano il contenuto delle memorie dei computer, anche collegati in rete.
Gli utenti, per riaprire i file, erano costretti a pagare un riscatto in bitcoin a fronte del quale veniva loro inviato via email un programma per la decriptazione. Una truffa riuscitissima, dato nella trappola erano già caduti privati, aziende, ma anche tribunali, uffici comunali e persino alcune strutture delle forze dell’ordine.
Le indagini degli uomini della Polizia Postale sono partite da una denuncia dell’amministratore delegato di una società in cui una impiegata aveva incautamente aperto un link, pervenuto in allegato a una email che preannunciava un rimborso su una spedizione SDA. Una volta aperto il link, è stato in realtà scaricato il “Cryptolocker”, che ha criptato il contenuto delle memorie dei pc aziendali.
Dopo mesi di indagini, la Polizia di Stato di Trieste, coordinata dalla procura locale diretta da Carlo Mastelloni, ha individuato una persona in provincia di Padova attraverso la quale ha identificato gli altri: in tutto sette i denunciati per accesso abusivo informatico, estorsione e riciclaggio degli illeciti proventi realizzati.
I sette si presentavano semplici intermediari di bitcoin e non solo si dichiaravano estranei alla diffusione del virus, ma sui propri siti invitavano le malcapitate vittime a non pagare alcun riscatto in caso di attacco bensì a sporgere denuncia presso la polizia postale.