La meteorologia spaziale influisce anche su di noi e su tutti gli esseri viventi sulla Terra, misurando l’impatto che il Sole ha sull’intero Sistema Solare e sul nostro pianeta.
La previsione di due tempeste geomagnetiche intorno al 22 e 25 dicembre, sta facendo il giro del web. Non c’è motivo di preoccuparsi perché queste tempeste geomagnetiche saranno deboli.
Come si formano le tempeste geomagnetiche?
Quando c’è un brillamento solare, e specialmente se è diretto verso la Terra, un enorme flusso di particelle cariche si riversa nello spazio. Occorrono da 1 a 4 giorni per raggiungere la magnetosfera terrestre. È questo guscio invisibile che ci protegge dai raggi mortali del sole.
Oltre all’energia e alle condizioni importanti per la vita, la nostra stella è anche una minaccia. Quando particelle cariche e radiazioni provenienti da un brillamento solare raggiungono la Terra e interagiscono con la sua magnetosfera, si verificano le cosiddette tempeste geomagnetiche. Si dice che le persone più sensibili possano provare disagio in questi casi.
La NASA, l’Agenzia spaziale europea e molte altre organizzazioni scientifiche monitorano l’attività del Sole. Pertanto, prevedono e avvertono quando stanno arrivando tempeste geomagnetiche. Ora anche loro non hanno motivo di preoccuparsi, perché ho già detto che le tempeste saranno piuttosto deboli.
In che modo gli scienziati monitorano le tempeste geomagnetiche?
Il vantaggio è che l’osservazione può essere fatta ad occhio nudo. Quando è sopra le regioni polari settentrionali, il fenomeno è chiamato Aurora Boreale, e quando è sopra quelle meridionali, Aurora Australis.
In Svezia, Norvegia e Scozia, in questi paesi vengono organizzate spedizioni fotografiche speciali per i cercatori di aurore. Li catturano in diverse forme e colori.
Il colore dipende da quale gas nell’atmosfera viene influenzato dalle particelle del vento solare. Gli scienziati hanno scoperto che se si trovano ad un’altezza di circa 100 chilometri, molto spesso le aurore hanno una tonalità rosa. Un colore blu o verde si verifica quando l’interazione è a più di 120 chilometri sopra la Terra.