Un uomo ligio al dovere, una persona affidabile e benvoluto da tutti, apparentemente senza alcuno scheletro nell’armadio, e per questo al momento il movente di questo tragico gesto rimane del tutto ignoto.
Nelle scorse ore, a Torino, un medico si è suicidato all’ospedale Maria Vittoria: l’uomo si sarebbe sparato all’uscita della piccola chiesa presente nel noto nosocomio piemontese.
Secondo una prima ricostruzione, il medico, dirigente del Centro trasfusionale del Maria Vittoria, è entrato dapprima nella chiesetta e, all’uscita, si è sparato. Il colpo è stato sentiti da diversi infermieri e medici che stavano passeggiando nel cortile dell’ospedale torinese. I colleghi di Antonio Garbo, 59 anni, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso dell’uomo.
Nelle ore successive, sui social un dipendente dell’ospedale ha scritto: «Dovranno farsi delle domande. Qualcuno deve chiedersi perché un medico sceglie di morire così. Proprio sul suo posto di lavoro». Nessuno parla: i vertici dell’Asl hanno deciso che non è il momento dei commenti.
Secondo i primi accertamenti la pistola sarebbe regolarmente detenuta. I militari stanno quindi facendo approfondimenti per capire i motivi del gesto, anche se sembra che il medico abbia scritto una lettera d’addio a una parente per spiegare i motivi del suo gesto.