Un nuovo studio solleva dubbi inquietanti su come alcuni Stati potrebbero aggirare i controlli internazionali sul nucleare. Secondo quanto riportato da GeoScienceWorld e dai ricercatori del laboratorio nazionale di Los Alamos (USA), esiste una strategia potenzialmente efficace per nascondere i test nucleari sotterranei: farli coincidere con eventi sismici naturali.

Zone sismiche come copertura: la nuova tattica
Le aree ad alta attività sismica potrebbero offrire la copertura perfetta per test nucleari clandestini. Svolgere esplosioni sotterranee in prossimità di faglie attive o in periodi di frequenti scosse telluriche permetterebbe – secondo gli esperti – di camuffare le vibrazioni artificiali come terremoti naturali.
Il motivo? I terremoti più forti sono generalmente preceduti da scosse di minore intensità e seguiti da repliche (aftershock). Questo comportamento può essere sfruttato per confondere i sistemi di rilevamento sismico, rendendo le esplosioni nucleari indistinguibili dai fenomeni naturali.
Perché è così difficile distinguere terremoti ed esplosioni nucleari?
Le due tipologie di evento producono segnali sismici diversi, ma non sempre facilmente distinguibili:
- Un terremoto naturale genera onde P, S e di superficie, con un pattern complesso e distribuito nel tempo.
- Un test nucleare produce principalmente onde P (primarie) e una potente onda d’urto concentrata, spesso lungo un’unica direttrice.
Tuttavia, se l’esplosione avviene entro due minuti da un terremoto reale e entro un raggio di 250 km dall’epicentro, le attuali tecnologie di monitoraggio potrebbero non rilevarla correttamente.
La preoccupazione degli scienziati
Gli esperti avvertono che questi risultati non sono solo una scoperta accademica, ma una potenziale minaccia alla sicurezza globale. Paesi intenzionati a sviluppare o testare armi nucleari in violazione dei trattati internazionali, potrebbero sfruttare questa tecnica per eludere il controllo degli organismi come il CTBTO (Organizzazione del Trattato per la messa al bando totale degli esperimenti nucleari).
“Se una nazione decidesse di far esplodere un dispositivo subito dopo un sisma naturale, potrebbe farlo praticamente inosservata,” affermano i ricercatori di Los Alamos.
Controlli sempre più difficili
Nonostante l’esistenza di reti sismiche globali e tecnologie avanzate, l’analisi evidenzia che la sovrapposizione tra attività sismica e test nucleari può compromettere l’affidabilità del monitoraggio.
Il rischio, secondo gli studiosi, è che si apra una nuova fase di dissimulazione nucleare, sfruttando proprio la casualità (o la prevedibilità) dei terremoti in aree specifiche del pianeta.
Lo studio dei ricercatori americani riporta l’attenzione su un tema cruciale per la sicurezza internazionale: l’evoluzione delle strategie per aggirare i controlli sul nucleare. Se le attività sismiche possono diventare una copertura per i test, sarà necessario un aggiornamento dei protocolli di monitoraggio globale e un rafforzamento della collaborazione tra scienziati, tecnologi e organismi di controllo.