Se ne parla da decenni visto che la Campania ed in particolare il territorio di Napoli e quello flegreo sono zone ad altissimo rischio.
Adesso il patto per Napoli, stretto tra Governo e Comune di Napoli, stanno dando nuova linfa allo sviluppo di un piano di fuga in caso di calamità naturale e ovviamente per “calamità naturale” ci si riferisce a possibili terremoti.
Il problema è che non esiste attualmente un vero e proprio piano di fuga, ovvero in caso di terremoto, visti gli ultimi movimento di una terra che continua a “muoversi” in tutto il centro Italia, come ci si deve comportare?
Non c’è naturalmente prevedibilità e chi dice il contrario è assolutamente nel torto, questo almeno scientificamente, che poi da un lato il territorio sia una vera e propria polveriera perché accerchiata da un lato da un vulcano attualmente sopito e dall’altra dai Campi Flegrei.
L’attuale piano di evacuazione al quale sta lavorando il comune prevederebbe tre aree principali nelle quali, in attesa di successivi spostamenti, i cittadini potrebbero “ripararsi” da eventuali movimenti tellurici, le aree potrebbero essere, in piena città, quelle di Piazza del Plebiscito ovviamente, Piazza Municipio e il Porto.
Si passerà poi al vaglio di possibilità strutture di accoglienza e di ricovero, in questo caso con dislocazioni sparse nei quartieri più periferici cercando di coprire l’intera area cittadina.