Sushi, una moda che nasconde delle insidie

VEB

Se è vero che, in primis nelle grandi città, è possibile trovare cucine etniche di ogni sorta, è indubbio che un ristorante giapponese lo si trova praticamente ovunque, anche nei paesini più piccoli.

La spiegazione è semplice: la cucina nipponica è diventata una vera e propria moda negli ultimi anni e in milioni ci si sono avvicinati.

Riso e pesce essenzialmente sono alimenti molto amati anche nella nostra cucina, ma nella combinazione realizzata dai giapponesi è veramente irresistibile.

Ma il pesce crudo richiede attenzioni e preparazioni attente, che tutti i ristoranti che proliferano, vendendo cibo a prezzi irrisori, non sono capaci di assicurare.

Ed il pesce non trattato adeguatamente è pericolosissimo per la salute, potendo condurre persino alla morte.

Soprattutto è da temere la presenza di parassiti. L’ insidia maggiore è una larva e si chiama Anisakis: gli esotici bocconcini possono nascondere tale parassita che, una volta ingerito si deposita nell’intestino provocando, nella migliore delle ipotesi, reazioni di tipo allergico più o meno gravi, ma anche forti dolori addominali simili a quelli di una peritonite.

Per evitare questo pericolo, in base alle norme europee il pesce crudo deve essere preventivamente congelato a – 20° C per almeno 24 ore, poiché il freddo, così come il calore della cottura, uccide i parassiti.

Ma i parassiti non sono gli unici pericoli del sushi: nelle carni del pesce si possono accumulare mercurio e altri metalli tossici che causano intossicazioni con sintomi diversi come una debolezza dei muscoli, una difficoltà nel movimento o ai sistemi uditivi e visivi, ecc., spesso difficili da identificare e da associare a questa intossicazione.

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